Lanciano. Spaccio di  cocaina, agli arresti anche la moglie del pentito di camorra fermato a giugno
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"Ha più volte partecipato allo spaccio e al trasporto di ingenti quantitativi di stupefacente, nonché si è adoperata personalmente per l’individuazione e la persuasione dei soggetti individuati quali custodi della droga, ponendo in essere nei loro confronti... un chiaro atteggiamento intimidatorio".

Per queste ragioni è ora finita agli arresti domiciliari. Lei è G.F., 35 anni, moglie del collaboratore di giustizia campano, A.P., di 43 anni, che il 17 giugno è stato arrestato dai carabinieri di Lanciano (Ch) nell'ambito dell'operazione "Doppio gioco" e rinchiuso in prigione a Sulmona (Aq). I miitari, in quell'occasione, hanno smantellato un giro di droga, da 15mila euro al mese, con a capo il mafioso della camorra, che viveva a Lanciano sotto copertura e, quindi, sotto falso nome. L'uomo da un lato beneficiava di protezioni e dall'altro si dava da fare con la droga, ceduta ad una vasta clientela, principalmente in città. Operava da casa.

Le indagini, partite a febbraio scorso, consentirono di individuare un’attività criminosa dedita principalmente alla detenzione ed allo smercio di cocaina. Gli accertamenti hanno avuto inizio nel mese di febbraio scorso, attraverso controlli, mediante riprese video e dispositivo gps installato a bordo della macchina in uso ad alcuni dei sospetti, e a contestuali servizi di osservazione e pedinamenti, poi ampliati con attività di intercettazione di 10 telefonini.

C'era la cessione quotidiana, di piccole dosi, ad opera del collaboratore di giustizia, il quale si avvaleva dell’appoggio di altri, per farsi "custodire" la droga, evitando così di tenerla nella propria abitazione. In soli quattro mesi, e nonostante il periodo di lockdown, furono individuati circa 50 acquirenti e recuperate mille dosi, pari a mezzo chilo di coca. Un'attività fruttuosa. 

Le indagini hanno protato complessivamente a tre arresti, cinque denunciati e altrettanti assuntori di stupefacenti segnalati alla Prefettura di Chieti. Adesso nei guai è finita anche consorte del boss, di cui , a seguito di ulteriori accertamenti, è stata "riconosciuta una spiccata pericolosità sociale ritenendola capace di commettere nuovi reati della stessa specie e attribuendole un ruolo significato e pregnante nell’attività di gestione e detenzione di sostanze stupefacenti poste in essere congiuntamente al marito". Il provvedimento di custodia cautelare a carico della donna, che nel frattempo è stata trasferita in un'altra località protetta, è stato emesso dal gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del pubblico ministero Francesco Carusi.    07 agosto 2020

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