Lanciano. Ritrovata croce secolare su Colle Castellano
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“E' stata una scoperta inimmaginabile anche per noi!”. Sono ancora commossi. E trepidanti come bambini che hanno fra le mani un tesoro prezioso, “Sì, perché per noi lo è!”. “Eccola!” e mi indicano la croce mentre è soggetta a un restyling.

E' stata ritrovata dopo 50 anni la croce del Colle Castellano di Santa Giusta, una contrada di Lanciano (Ch). A raccontarci il ritrovamento sono i protagonisti, Angelo Dell’Appennino, Fausto Rapino, Mauro Salerno, Pietro Giancristofaro e Cesare Di Giovanni. “Il 7 dicembre scorso, sul Colle Castellano eravamo intenti a raccogliere della legna per il ‘focaracchio’ per la novena dell’Immacolata Concezione. Taglia questo e taglia quello, quando d’un tratto, fra frasche, rami e terriccio del bosco siamo incappati in uno spuntone duro a terra. Ci siamo incuriositi, abbiamo tolto tutto ciò che stava sopra il terriccio, poi abbiamo iniziato a scavare a mani nude per 10-15 centimetri e… la sorpresa!” racconta Angelo Dell’Appennino. “Ma mica è la croce di lu Coll Sand?” hanno gridato. Una croce alta più di due metri, ben conservata riemerge dai ricordi. E dalla storia (foto). É stata ritrovata a circa 70 metri dall’attuale croce del Colle. Vabbè, una fra le tante croci, magari seppellite - intervengo. “No, questa croce ha storia! Vede, questa foto è degli anni Trenta. Ci sono mio padre, mio zio e mio nonno” (foto) ancora Dell’Appennino mentre mi mostra insieme agli altri probabilmente la foto più antica della croce. “E già allora era vecchia…” interviene Mauro Salerno.

“Io da bambino andavo su quel colle, ci arrivava la processione” dichiara Salerno mentre Di Giovanni aggiunge: “Quella che è riemersa potrebbe avere almeno 200 anni, d’altronde stiamo ripescando tutti i ricordi negli angoli della memoria degli anziani”. Salerno e Di Giovanni hanno 67 e 69 anni. Domenico Rapino, 85 anni, abitante del posto, contattato telefonicamente, sviscera ricordi più antichi confermando l’età secolare della croce: “Lì, su quel colle si andava a fare il fuoco in devozione la vigilia dell’Immacolata e il giorno di Natale. Era anche una sfida fra giovani a chi faceva il fuoco più grande”. E che ricorda ha? “Mio nonno che è del 1889 già mi parlava di quella croce, che era già vecchia per quel tempo…”. Oltre che in processione il lunedì di Pentecoste, lì “si celebrava una messa solenne, questa è un’altra foto” ancora dell’Appennino.

Oggi sul Colle Castellano c’è una croce in ferro (che ha sostituito quella in legno), installata dal comitato feste nel 1978 (foto), si raggiunge a piedi inerpicandosi fra alcune villini del posto. La processione arriva al Colle il giorno dopo la festa di Pentecoste. Perché ci sia stata la sostituzione non è ancora chiaro.

E dopo il ritrovamento cosa avete fatto? “Siamo saliti sul Colle con un trattore, l’abbiamo ripulita dal muschio che c’era sopra e portata a valle” aggiunge Giancristofaro. E poi? “Ci siamo affidati ad un restauratore, Luigi Bernardi che l’ha sistemata”. Lo incontriamo, come ha trovato la croce? “Direi in buono stato, solo l’esterno era segnato dalle intemperie atmosferiche. Probabilmente il terriccio l’ha protetta. Se fosse rimasta all’aria, con tutti questi anni, si sarebbe decomposta. Ma l’interno è di legno massiccio, è legno di quercia o rovere. Non ho trovato vermi o tarlature”. Un paio di pomeriggi di restauro (gli scopritori si sono tassati e per l’occasione vista l’importanza si sono aggiunti Michele Martelli e Paolo Geniola) e la croce è tornata alle origini.

Della scoperta è stato informato il parroco del Sacro Cuore e di Santa Giusta, don Nicolas Gadessh: “Non conoscevo la storia di questa croce. Sono rimasto molto contento. Ho chiesto di portarla in chiesa, l’ho benedetta per la Via Crucis”. E per tutta la Settimana Santa sarà esposta nella chiesa del Sacro Cuore. Successivamente sarà collocata nella chiesa di Santa Giusta.

Prima di andare via mi fermano: “Con il restauro non abbiamo voluto rimodellarla. Abbiamo voluto solo eliminare le poche parti rovinate del legno perché sappiamo il valore che quella croce ha. Quante preghiere, quante lacrime ha raccolto quella croce, lì su. Certo, non è una reliquia ma è un pezzo di storia, un legno che parla di vita trascorsa, di fede, di devozione” concludono in coro gli scopritori. 12 apr. 2025

ALESSANDRO DI MATTEO

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