Lanciano. Lettera di insulti recapitata a scuola: Carlo Orecchioni presenta querela
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Scatta la querela. E' arrivata così,  nel giro di qualche giorno, la risposta di Carlo Orecchioni, insegnante, nonché vice preside del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Lanciano. La querela, per ora contro ignoti, è stata presentata al commissariato di Lanciano dopo che lo stesso professore nei giorni scorsi aveva ricevuto una lettera a scuola, consegnata dal postino. La missiva, scritta a mano in stampatello (sembra a colpo d’occhio utilizzando un normografo), riportava insulti e accuse. L’autore, in cerca di brillantezza “poetica”, ha esordito nella lettera fregiandosi di riflessioni e accuse sull’attività professionale (“tu assessore al Bilancio, tu professore di ginnastica”), e sul personale (“è la bilancia che dovresti usare” in riferimento alla “pancetta” del professore). Le altre accuse sono state indirizzate al ruolo politico di assessore al Bilancio al Comune di Lanciano: “Sai cosa sono le attività, passività, partita doppia, funzioni di bilancio, previsione e di esercizio? Ma che ca….sai? Sai solo fregare i soldi alla scuola e ai lancianesi. Vergognati viscido verme". 

 A caldo Orecchioni ha manifestato sorpresa e sgomento commentando anche sulla sua pagina Facebook l’increscioso episodio che lo vedeva protagonista di un’accusa infame: “Non mi sento né viscido né verme. Accuse che respingo al mittente” per poi commentare anche: “Senza parole..., Non mi sarei mai aspettato di ricevere tanti improperi e offese per l'attività di amministratore pubblico. Che sì, espone a critiche. Opinioni e valutazioni contrarie, disaccordi – ha continuato - ci possono pure stare. Ma scrivere.... "viscido verme", con un corredo unico di parolacce e offese è altro". Sull’anonimato il professore ha chiosato di fioretto: “E' un gesto vigliacco compiuto da chi nasconde il proprio volto”. Ora Orecchioni ha deciso di non abbassare la guardia, di non far finta che non sia accaduto nulla come talvolta accade nella piazza urlante dei “professionisti dell’insulto social”. E' scattata la denuncia: "Perché – ci dichiara - su un fatto così vile non si può bypassare. Non si può far finta che non sia successo nulla. E così sono andato negli uffici di polizia... Questo mio gesto – aggiunge - vuole essere anche un deterrente". Sulla missiva e le accuse ci saranno accertamenti. "Vado avanti per la mia strada, - ribadisce Orecchioni - cammino a testa alta con tutta la mia famiglia, in armonia col mio gruppo, ossia "Progetto Lanciano", e con tutta la maggioranza". 26 novembre 2018 

Alessandro Di Matteo

Nella foto in alto Orecchioni; in basso l'intestazione della lettera

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