Lanciano. La sua moto, palloncini bianchi e un lungo applauso per l'addio a Marco
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C'è il pianto, ininterrotto, di tanti giovani. E c'è, ai piedi dell'altare, una delle sue moto. "Erano la sua passione - raccontano gli amici -. Era salito in sella ad una motocicletta da piccolo, aveva otto anni e, insieme al fratello Davide, aveva corso, fino a due-tre anni fa, nella classe 125 Gp, sia con Aprilia che con Honda".

Ora un'Aprilia, con la scritta "M29", staziona lì, accanto alla bara, con il casco giallo e un pullover scuro messi sopra. C'è chi la tocca e si fa il segno della croce. C'è chi la guarda e scoppia in lacrime. C'è chi vi si appoggia e resta lì, per qualche attimo, incredulo, con i ricordi che si affollano. 

La chiesa di San Pietro, a Lanciano (Ch), è gremita per l'ultimo saluto a Marco Cialfi, 29 anni, operaio della Trigano Van di Paglieta (Ch), morto domenica primo marzo in un incidente stradale avvenuto sulla Tangenziale nord di Termoli (Cb). Era sulla sua Lancia Y quando, per ragioni da accertare, è finito contro il guard rail di una rotonda della statale, lasciandoci la vita.  Era diretto a casa. 

"Fino a qualche giorno fa - dice il parroco, don Gregorio Lydek - sorrideva in mezzo a noi. Carico di sogni e di speranze. Ha conosciuto la notte prima della sera... Noi continuiamo ad amarlo e lui ci amerà dal cielo...". 

Tanti lunghi abbracci, con i familiari, con la mamma Mirella, il papà Lucio, i fratelli Davide e Fabrizio, i nipoti adolescenti. E poi tutti quei fiori bianchi. 

E quando il feretro s'affaccia fuori dal santuario, dove è stata allestita anche la camera ardente, c'è un lungo applauso. (GUARDA IL VIDEO)

C'è un lancio di petali di velo. E un gruppo di palloncini bianchi si alza in volo. Verso nuovi e diversi orizzonti. 

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Foto Andrea Franco Colacioppo

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