Lanciano. 18enne in coma dopo pugno. I carabinieri sentono per la prima volta D'Astolfo

Prime verità e ricordi di Giuseppe Pio D’Astolfo, 18 anni, di Lanciano (Ch), che ieri sera è stato ascoltato per la prima volta dai carabinieri per ricostruire le fasi orribili della gratuita aggressione subita la notte del 17 ottobre scorso, nell’ex stazione Sangritana, allorquando fu colpito da un micidiale pugno alla testa e finì in coma all’ospedale di Pescara con la testa spaccata e una grave emorragia cerebrale.

Il giovane è stato sentito nel centro di riabilitazione "Villa Giulia" di Lanciano dove è giunto martedì, provenienti dall’analoga struttura di Porto Potenza Picena (Macerata) e dove ha migliorato notevolmente le sue condizioni di salute, che per mesi sono state  a rischio. "Chi mi ha colpito – ha detto Giuseppe Pio - è robusto e poco più basso di me. Durante il litigio li ho anche invitati a bere qualcosa insieme. Non ricordo più nulla, tranne che sono tornato a casa e poi mi sono sentito male". La testimonianza della vittima non si discosta dalle prime considerazioni fatte al programma "Storie italiane", confermando in tal modo l’impianto investigativo.

I carabinieri, diretti dal maggiore Vincenzo Orlando, hanno operato su delega della Procura dei minori dell’Aquila, che indaga su due 13enni non imputabili, tra cui quello che l’avrebbe colpito alla tempia sinistra, e un altro di 14 anni; quindi la Procura di Lanciano competente per altri due maggiorenni coinvolti, di 18 e 30 anni, difesi dall’avvocato Massimo Biscardi. Tutti e cinque sono indagati per lesioni gravi a Giuseppe Pio e all’amico Anthony, pure colpito, che era con lui unitamente alla fidanzata. Nel suo breve racconto Giuseppe Pio ha ricordato che con gli amici stava ascoltando musica, prima che un gruppo di ragazzi rom, di cui non capiva la lingua, l’avvicinasse e attaccasse il bisticcio.

"Ma non ho visto chi mi ha colpito – ha aggiunto - perché ero girato di spalle e stavo prendendo qualcosa dentro lo zaino". Era lì col suo monopattino "per svagarsi dopo il lavoro". "Chi mi ha colpito - ha ribadito - era poco più basso di me". Il ragazzo sarà sentito di nuovo per completare il quadro probatorio e dovrà anche vedere foto segnaletiche per vedere se riesce ad identificare i protagonisti della vicenda. Anche l’avvocato Vincenzo Menicucci, difensore dei tre minori, ha chiesto alla Procura di ascoltare Giuseppe Pio, anche attraverso l’incidente probatorio. Finora non è giunta nessuna decisione.  12 feb. 2021

Walter Berghella

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