Lanciano. 18enne in coma dopo un pugno. La mamma: 'Che disgrazia! Siamo piombati in un incubo. Si rompa il muro d'omertà'

"Siamo piombati dentro un incubo, da cui non so come e quando usciremo. Mi sembra tutto un orribile sogno".

Paola Iasci è la mamma di Giuseppe D'Astolfo, il 18enne colpito sabato sera, a Lanciano, con un pugno alla testa che l'ha mandato in coma. 

Il ragazzo, che lavora come apprendista in un negozio di surgelati, era con due amici, quando è stato aggredito, senza plausibile ragione, da un componente di una baby gang, composta da 5 giovanissimi, quasi tutti minorenni, che pare si divertano a seminare terrore per la città. Dopo averlo inseguito e raggiunto, il minorenne gli ha sferrato un violentissimo pugno all'altezza della tempia, sul lato sinistro del capo. Colpo che gli ha causato una frattura e un ematoma, quindi un'emorragia, per cui è stato operato, d'urgenza, dai medici dell'ospedale di Pescara, del Neurochirurgico, dove ora è ricoverato in Rianimazione e dove è stato trasferito dal Pronto soccorso del "Renzetti". "Situazione sempre grave e stazionaria": questo dice il bollettino sanitario di oggi. 

I fatti sono accaduti intorno alle 23, dietro il piazzale della ex stazione ferroviaria della Sangritana, adesso di proprietà della società regionale di trasporto Tua. Un posto che, di notte, soprattutto nei week end, è luogo di ritrovo di tanti adolescenti. Che hanno trasformato i vecchi binari in una sorta di zona di bivacco, con tanto di discarica abusiva, con mucchi di spazzatura e centinaia di bottiglie di vetro, anche rotte, che si mostrano ovunque. 

"Mio figlio - riprende la mamma della vittima - si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ci eravamo parlati al telefono intorno alle 20.30, con la promessa che ci saremmo sentiti più tardi. Ma non ha richiamato... Si era dato appuntamento lì con due amici". Una ragazza di 16 anni e un 25enne. "Poi non so cosa sia accaduto. So che me l'hanno ridotto così... a lottare per la vita in un letto d'ospedale. Che disgrazia - piange-, che disgrazia...  I medici non mi dicono nulla di particolare... Non so se si riprenderà, se riuscirà ad essere quello di prima... Lui è solare, sempre col sorriso... Un bambinone, altissimo... Ha appena 18 anni, li ha compiuti il 2 giugno". E, in quell'occasione, i genitori gli hanno regalato un appartamento nel centro storico di Lanciano, in cui è andato a vivere da solo. Ospiti due amici. 

Dopo l'aggressione, l'altra sera, il ragazzo si è accasciato a terra. "Poi - racconta la madre - da quello che mi hanno riferito, una sua amica, vedendolo in stato confusionale, lo ha riaccompagnato, a piedi, a casa. Lui alternava momenti di lucidità ad altri di totale assenza. Così si sono decisi ad allertare il 118. Ci sono stati pure problemi per far arrivare l'ambulanza. Io sono stata avvisata la mattina dopo, alle 8, dell'accaduto, da una vicina. Il cellulare di mio figlio ce l'hanno, ora, i carabinieri, che stanno indagando. Speriamo arrivino a stanare il colpevole". Il "picchiatore" è un minorenne, che è già stato individuato. "Speriamo... - sussurra la donna -. Speriamo si rompa anche il muro d'omertà che aleggia su questa storia. Ma che vuole che facciano ad un minorenne? Come può una mamma ottenere giustizia? Ora vado - chiude -. Vado, perché voglio vedere mio figlio, voglio stare con lui".

Serena Giannico

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Nella foto i carabinieri sul luogo dell'aggressione

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