In condizioni disperate il pittore Ranieri di Paglieta. 'Massacrato... La testa spaccata..'. L'ultima telefonata alla zia

"Ci siamo sentiti nel primo pomeriggio di domenica. Siamo legatissimi, siamo cresciuti insieme. Io ho appena sei anni più di lui... Siamo rimasti al telefono a lungo, fino alle 14". Così Maria Addolorata Ranieri, di Paglieta (Ch), racconta la telefonata, l'ultima, col nipote Umberto Ranieri, apprezzato pittore. L'uomo è in coma, in condizioni disperate, lotta per la vita. Pur operato d’urgenza "non ci sono notizie rassicuranti", precisano i familiari. Condizioni critiche, drammaticamente critiche.

L'artista, 55 anni, è nato a Paglieta, ma per lavoro da quasi trent'anni vive a Roma. Diplomato all'Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta, celibe, domenica sera è stato aggredito nella zona di Largo Preneste. Lo hanno assalito intorno alle 19. Dalle prime indagini dei carabinieri di Roma Casilina, era con un gruppo di giovani, quattro o cinque. Ad un certo momento l'aggressione: un pugno violentissimo, forse un calcio. L'uomo è caduto a terra, ha battuto la testa, è rimasto lì, esanime, la testa fracassata. Ranieri è stato trasportato con l’ambulanza all’ospedale Vannini, poi trasferito al San Giovanni dove è stato operato. I militari stanno indagando per ricostruire l'accaduto.

"Massacrato dal branco... Non doveva accadere. Come hanno potuto ridurlo in fin di vita, il cranio spaccato... Era in una pozza di sangue" continua la zia che tratteggia la vita del nipote: "Era contento in questo periodo - aggiunge la donna -, anche per un lavoro al Macro Museo. E' stato difficile sopravvivere alla morte del fratello Fausto accaduta 11 anni fa. Però ora era sereno". L'ultima conversazione... "Mi ha raccontato dei suoi progetti, del fatto che voleva prendere l'abilitazione per l'insegnamento. Poi ha concluso dicendo che sarebbe uscito nel pomeriggio, con un libro, per una camminata ai giardinetti vicino a casa". Passeggiata che si è trasformata in un inferno. E' è stato picchiato brutalmente. Per ora sono ancora ignoti i motivi del pestaggio. Si è ipotizzata anche un’aggressione omofoba.

A Roma Ranieri è assistito dal padre, Filomeno, pensionato 76enne, che abita a Paglieta in viale Polsoni. Avvertito dai medici, intorno alle 20 di domenica, è partito subito per la capitale per assistere il figlio. Con lui ci sono anche alcuni parenti di Lanciano. Sbigottita, triste e senza parole la madre Anna: "Sto male e non so nulla...". Un velo di tristezza attraversa il paese dove è cresciuto.

Conosciuto da tutti a Paglieta, nonostante la sua città sia ormai Roma. "Siamo stati amici d'infanzia - ricorda l'avvocato Ernesto Graziani, di Paglieta -. Prendevamo l'autobus per andare a scuola a Lanciano. Eravamo adolescenti... gli sfottò, la musica reggae che adorava, quella sua sensibilità e il piglio d'artista... Dipingeva, già da allora, con un tratto da sognatore". Ranieri era generoso: "Regalava i suoi disegni. Io ne avevo uno stupendo, un paesaggio... poi l'ho dato e me ne pento" confessa ancora Graziani… "Siamo in apprensione, speriamo in uno sviluppo positivo", dichiara il sindaco Nicola Scaricaciottoli. "Umberto è grave, gravissimo... E per noi è un dolore immenso. Siamo afflitti. Dobbiamo solo pregare", sussurra in lacrime.

Serena Giannico

Nella foto l'abitazione di Paglieta dei genitori di Umberto Ranieri

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