Impresa Val di Sangro sull'orlo del fallimento: tribunale Lanciano annulla credito ingiuntivo a banca

Il Tribunale civile di Lanciano (Ch) ha annullato il decreto ingiuntivo in cui una banca imponeva a una famiglia di piccoli imprenditori della Val di Sangro (Ch) di pagare 153 mila euro, ponendo così un piede verso il fallimento dell’attività. 

Decisivo l'intervento degli esperti di Sos Utenti Aps che ha patrocinato il ricorrente e che si è visto accogliere integralmente la difesa da parte del giudice Massimo Canosa. Nel crack è invece finito, anni fa, l’istituto di credito, posto in liquidazione coatta amministrativa dal tribunale di Chieti il 19 luglio 2016.

Nella causa civile, l’avvocato Andrea Florindi ha eccepito la carenza probatoria del credito preteso dalla banca non avendo la stessa ottemperato al proprio onere, non consentendo al Tribunale di verificare la fondatezza o meno delle sue pretese e su come si sia formato il saldo finale del conto in merito al quale lo stesso istituto aveva chiesto ed ottenuto il decreto ingiuntivo.

Il Tribunale ha posto in rilievo che il saldo a debito del ricorrente risultava alimentato anche da oneri e spese indeterminate e non pattuite, da illegittima applicazione della commissione di massimo scoperto, nonché da interessi eccedenti la misura contemplata dalla legge sull’usura. Il creditore non ha ottemperato al proprio onere probatorio.

La strategia processuale della difesa è stata impostata sulla circostanza che la Banca, inizialmente creditrice, era stata dichiarata sostanzialmente fallita e chi ne ha rilevate le attività e passività non avrebbe potuto rispondere delle richieste documentali avanzate dal correntista. La decisione del Tribunale rappresenta un'importante conferma del principio secondo cui ogni richiesta di pagamento deve essere supportata da elementi probatori solidi e verificabili.

"La famiglia di imprenditori – commenta Sos Utenti - si è vista così cancellare un debito consistente che in molti casi rappresenta il guado tra la disperazione e la miseria e la ripresa positiva del cammino esistenziale". Per Gennaro Baccile, presidente onorario: "Nei rapporti creditizi qualificati da aperture di credito in conto corrente, specialmente se avviati prima del Duemila o poco dopo, è sempre possibile individuare carenze informative che non hanno messo il correntista in condizione di sapere il vero costo del credito e come lo stesso si sia formato. In queste situazioni può essere consigliabile citare in giudizio la banca oppure difendersi da richieste coattive. Su questi temi la giurisprudenza in generale è molto attenta e scrupolosa". 15 feb. 2025

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