Fossacesia. La palpeggia in cucina di stabilimento balneare, a giudizio

La scorsa stagione balneare si era invaghito della collega di lavoro e per circa un mese l’ha perseguitata poi ha iniziato ad allungare le mani fino a toccarla nelle parti intime. 

Con l’accusa di stalking e violenza sessuale, il gup Giovanni Nappi ha rinviato a giudizio un asiatico di 40 anni, che sarà processato il prossimo 3 novembre col rito abbreviato. L’imputato è difeso dall’avvocato Carlo Antonio De Benedictis. La vicenda si è protratta dal 20 giugno al 24 luglio 2024.

Vittima dei soprusi è stata una ragazza di 21 anni, residente in Val di Sangro (Ch), che si è costituita parte civile e che è patrocinata dall’avvocato Luca Scaricaciottoli. Avanzata la richiesta di risarcimento danni che al momento non è stata quantificata. Entrambi i protagonisti lavoravano in cucina in uno stabilimento balneare di Fossacesia (Ch).  Inizialmente l’uomo ha fatto apprezzamenti sulla bellezza di lei e poi è divenuto pian piano morboso, fino ad andare oltre. A volte era anche ubriaco quando ha manifestato le avances che hanno sconvolto la collega di lavoro, la qual ha cominciato ad avere paura e manifestare disagio, cercando di non restare mai sola. A fine turno, si faceva anche accompagnare da altri per andare a prendere la macchina. Lei lo ha sempre respinto ma lui tornava costantemente alla carica, stante l’accusa formulata dal pm Miriana Greco. 

Pure non essendo vicine le postazioni di lavoro dei due, l’uomo si avvicinava spesso a quella della donna cercando un contatto fisico; prima le lisciava le braccia, mani e spalla, poi ha osato di più, allungando le mani sul seno, con la scusa di pulirle la divisa, e quindi sui glutei. In tal modo l’ha costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà. Tutto avveniva quando non c'era altro personale.

La ragazza è stata anche contattata più volte sul telefono attraverso messaggi, anche audio, e videochiamate. Le diceva “Al mio cuore piaci te, capito?” e altre frasi, anche spinte. Inutili i tentativi di farlo desistere.

Una sera del 23 luglio l’imputato, al termine del turno di servizio, ha seguito la ragazza fino all’auto e vi si è appostato davanti colpendo con violenza il finestrino, tanto da costringere la malcapitata a chiudere immediatamente la portiera, mettere in moto la macchina e andare via velocemente. Pur essendo sposato e con figli, l’uomo vaneggiava di volerla in moglie e che le avrebbe acquistato una casa a Pescara. Le ha anche offerto 100 euro chiedendole di utilizzare il denaro per “Fare tante cose insieme”. 

La vittima è rimasta preda di un grave stato di ansia e di paura, a volte non è andata neppure al lavoro e poi ha iniziato a farsi accompagnare e riprendere da alcuni familiari. Poi lo sfogo con i titolari dello stabilimento balneare, che hanno subito chiamato i carabinieri. 21 mag. 2025

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