Esclusivo. Chieti: il cuore si ferma per 35 minuti, ma è salva. Il marito: 'Un miracolo. Grazie ai medici'
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Chieti - "Ma lo sa che ha ricevuto un miracolo? Così mi hanno detto in quel marasma, avvicinandosi appena, mentre correvano trafelati. E' stato un evento straordinario, e se ora la mia famiglia è qui, tutta, con me, lo devo ai sanitari che quella sera hanno fatto il possibile. Anzi l'impossibile.
 
C'erano due vite in bilico, le hanno salvate. Grazie, a professionalità e ostinazione". A.D.V., 34 anni, racconta, a tratti, un po' con timore, il dramma che il 10 settembre scorso ha vissuto la moglie, C.S., di 32 anni, incinta di 8 mesi. La giovane è stata per 35 minuti in arresto cardiaco. Per lei, ricoverata al policlinico Santissima Annunziata a Chieti, sembrava la fine. "E' morta", e invece, quando le speranze parevano perdute, si è inaspettatamente svegliata. Salvo anche il piccino che aveva in grembo.
 
"Era alla 32esima settimana di gravidanza - spiega il marito, che chiede di mantenere l'anonimato -. Siamo andati in ospedale per controlli, per disturbi legati al suo stato. Hanno voluto trattenerla in osservazione, a Ginecologia ed Ostetricia". Era il 7 settembre. "La sera del 10 sono cominciati i problemi. Era l'ora delle visite di parenti e amici. Era in buone condizioni di salute e nulla –  spiega l'uomo – poteva far presagire quello che poi è successo. 'Mi sento male, sto male', ha detto mia moglie all'improvviso. Ho avvisato i dottori". Scatta l'emergenza. "Sono entrati nella stanza, mi hanno buttato fuori, e da quel momento è stato un viavai di medici". E' il dramma. Fitte al petto: il cuore che fa le bizze. Fibrillazione ventricolare, la donna va in arresto cardiaco. E' allarme. Tre minuti dopo viene portata in sala operatoria. "L'ho vista uscire dalla camera su quel letto, gli occhi chiusi. Tutti di corsa. Inutile chiedere spiegazioni, non avevano tempo per darmi retta". In brevissimo al lavoro le equipe di Anestesia, Rianimazione, Ginecologia, Chirurgia toracica e vascolare. Sono in trenta ad occuparsi della signora. Taglio cesareo, immediato, per “assicurare la sopravvivenza del feto”. La donna, considerata morta, viene incisa senza anestesia. Il bimbo, un maschietto, viene alla luce. Sta bene. 
 
Lui sì, ma la mamma... Chissà se mai potrà vederla... Continuano, imperterriti, con il defibrillatore, anche oltre i tempi previsti dal protocollo. Dopo circa mezz'ora in arresto cardiaco, con assenza di ossigeno nel circolo sanguigno, riecco il battito del polso e la frequenza cardiaca. La mamma viene condotta in Rianimazione. " 'Ce l'ha fatta, ce l'abbiamo fatta', così mi hanno sussurrato e tranquillizzato - riprende il marito -. Io ero nel panico, sono stato tutto il tempo nel panico. Non sapevo che stesse accadendo. Mi sono attaccato a ogni filo di speranza, quello sì. Poi ho saputo, dopo mi hanno riferito. Sono corso a conoscere mio figlio, che abbiamo chiamato Alessandro, in ricordo di un amico. Era intubato, ma stava bene". 
 
"Sì, è un miracolo, 35-40 minuti in arresto cardiaco", riflette l'uomo. A cui, mentre la moglie è in Rianimazione, viene comunicato: "Di sicuro avrà riportato danni neurologici importanti a causa dell'anossia, cioè della mancanza di ossigenazione del cervello". Invece, restano di nuovo tutti meravigliati quando, C.S. riprende coscienza e riapre gli occhi. Parla normalmente: sofferenze e problemi non le hanno lasciato alcuna conseguenza. Rimane in ospedale fino al 18 ottobre, tra Utic e Cardiologia. Poi viene dimessa. "Ho saputo di tanti piccoli episodi di quella sera - rammenta il marito -. Ad esempio di una rianimatrice che, dopo averla difibrillata a ripetizione, guardando mia moglie in volto, per la prima volta, e vedendo il suo viso da ragazzina, ha continuato e continuato, testarda, fino a che l'ha ripresa da quel nulla in cui stava scivolando... Oppure dei medici che ripetevano: 'Non te ne puoi andare, non puoi. Devi rimanere qui...'. I sanitari sono stati fantastici. Gli farei un monumento se potessi", ripete.  
 
Loro vivono in piccolo comune dalla provincia di Chieti. Un posto di circa mille anime. "Qui tutti sanno cosa è accaduto - dice A.D.V. -. Ho ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà, anche ora che questa vicenda è stata scoperta dalla stampa. Da Abruzzolive.tv. Il telefono è andato in tilt", si commuove. Stanno in un villino dal giardino curato e su cui spicca una bungavilla fucsia. Il fiocco azzurro è attaccato al portone d'ingresso. Dentro c'è la mamma di lui che, in cucina, sta preparando il pranzo: scoperchia i due tegami sul gas, in uno ci sono cozze e vongole, nell'altro indivia che cuoce. Sulle pareti le foto del matrimonio della giovane coppia. A.D.V. mostra poi un'immagine di Alessandro, le guance paffute, come quelle del papà, che fa presente: "Abbiamo anche una bambina di 4 anni". C. non ricorda niente di quanto le è accaduto. "La sua mente ha rimosso i momenti terribili. Si emoziona, è ancora fragile". Lei si affaccia dal balcone e saluta: si sta occupando del piccino. 
Quale frase vi siete detti quando si è risvegliata? "Ti amo. E subito dopo il pensiero è andato al bimbo".  
 
"Doveva necessariamente vivere - commenta un'infermiera su Facebook - ...moglie e madre esemplare....è stata per noi una paziente eccezionale. Non si può nemmeno immaginare quante vite vengono salvate quotidianamente". 
 
03 dicembre 2016
 
Serena Giannico
Alessandro Di Matteo
 
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