Diventa un caso nazionale l'intossicazione da sushi verificatasi nei giorni scorsi in un locale del centro di Pescara, chiuso dopo l'accaduto e che sta facendo tanto discutere, tanto che anche l'Asl è dovuta intervenire per fare chiarezza. Ma ricostruiamo la vicenda.
Domenica 23 febbraio, su disposizione della stessa Asl, viene sospesa l'attività di un ristorante di sushi all you can eat per intossicazione alimentare dei clienti. Inizialmente si parla di una dozzina di commensali che sarebbero finiti in pronto soccorso o alla guardia medica, e, mentre l'indagine epidemiologica è ancora in corso, emerge che sarebbero decine, forse anche più di 50, coloro che hanno accusato malori, rivolgendosi ai medici di base.
Alla fine il bilancio sarà di almeno sessanta malcapitati, intossicati tra un pranzo e una cena del 21 febbraio e il pranzo del 22 febbraio. Ma quale sarebbe la causa? In un primo momento si teme che possa trattarsi di salmonella, a causa della presenza di pesce crudo e cotto. In realtà alla fine il responsabile viene individuato nel norovirus, come fa sapere la Asl al termine delle analisi, sottolineando che si tratta di un "virus intestinale altamente contagioso" e fornendo una serie di raccomandazioni.
"A seguito delle analisi effettuate dalla Uoc Microbiologia e Virologia della Asl di Pescara, diretta da Paolo Fazii, sui campioni biologici consegnati all'Unità Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, diretta da Amalia Scuderi, che sta conducendo l'indagine epidemiologica in conseguenza dei casi di intossicazione segnalati presso un ristorante di sushi di Pescara - si legge nella nota - si avvisa la popolazione che è stata confermata la presenza di norovirus".
"Il norovirus - aggiunge la Asl - è un virus intestinale altamente contagioso. I sintomi iniziano improvvisamente e includono forte malessere, nausea, vomito a getto, diarrea acquosa e crampi addominali. Si possono manifestare anche febbre alta, mal di testa e dolori muscolari. L'infezione dura dalle 12 alle 60 ore. La trasmissione del virus avviene attraverso diverse modalità: da persona a persona, per via oro-fecale o tramite aerosol; attraverso il consumo di acqua o cibo contaminati; per contatto con superfici infette".
"Anche una minima esposizione a particelle virali può provocare un'infezione, con un periodo di incubazione molto breve, generalmente tra 1 e 2 giorni. Inoltre, le superfici contaminate rappresentano un'importante fonte di diffusione del virus, spesso a causa della produzione di aerosol generato dal vomito o dall'uso dello sciacquone. Si raccomanda, nel caso in cui vi sia una persona infetta in ambito familiare, di effettuare una scrupolosa pulizia e sanificazione delle superfici più frequentemente toccate, in particolare dei servizi igienici, rubinetti, telefoni, maniglie delle porte e superfici utilizzate per il consumo e la distribuzione del cibo. È inoltre fondamentale adottare una rigorosa igiene delle mani - conclude l'azienda sanitaria - lavandole frequentemente con acqua e sapone per almeno 20 secondi". 01 mar. 2025
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