Covid-19, la cosiddetta "Fase 2" non è comunque libera uscita e, per molti, le abitazioni restano come prigioni, in particolar modo per tante donne già costrette per due mesi a lunga e forzata convivenza con mariti e compagni.
Liti e maltrattamenti tra coniugi, quale specchio di situazioni degenerate e, in molti casi, già pregresse, si sono ingigantiti, spesso con l’eccesso di gratuite violenze. Le volanti della polizia sono dovute accorrere diverse volte per sedare liti in famiglia, per problemi di incomunicabilità e, a volte, per contese su gestione ed educazione dei figli. Bisticci fortemente acuite in tempi di obbligata permanenza in casa.
La rete di protezione sulle violenze alle donne è prontamente scattata da parte delle Politiche sociali del comune di Lanciano. “In due mesi – dice l’assessore Dora Bendotti – abbiamo costantemente monitorato le situazioni più a rischio e di cui siamo venuti a conoscenza”. “Di segnalazioni di violenze, pure domestiche – prosegue Bendotti – se ne sono registrate almeno una ventina, di cui sono stata messa a conoscenza. In questo periodo di Covid 19 abbiamo attivato cinque linee telefoniche per venire incontro alle persone a rischio, dalla tutela dei minori, a famiglie con figli disabili e anziani. Quanto alla violenza spesso è esplosa per ragioni legati al mantenimento dei figli e per poterli vedere, nel caso dell’affidamento a un coniuge. Resta il diritto dei bimbi di poter vedere l’altro genitore. I bambini vanno tenuti distanti da violenze e liti. In alcuni casi ci si è dovuti attivare per trovare una casa di accoglienza. In ogni caso – aggiunge l’assessore – bisogna chiedere aiuto. Per tante donne restare chiuse in casa con i mariti è divenuta una situazione a rischio, convivendo col proprio carnefice". Sulle violenze di genere Bendotti può contare sul braccio destro che è l’associazione Dafne, diretta da Felicia Zulli.
Per lo psichiatra Danilo Montinaro: "In questo periodo di forzate convivenze è necessario cercare di non acuire i dissapori, altrimenti nascono le violenze. Bisogna poi dare uno sguardo attento ai bimbi e favorire le uscite, specie a quelli sotto i sei anni – prosegue Montinaro -. I piccoli hanno bisogno di guardarsi intorno. Anche le mascherine creano ulteriori disagi dal momento che cambiano i visi di genitori e nonni. Questo accade anche nei reparti di pediatria. Cercare di dissimulare, ad esempio, che si fa a nascondino o dire che si ha la tosse".
Grande attenzione sulle violenze viene posta anche da "I Colori dell’Iride", associazione di donne presieduta da Patrizia Di Rocco, col centro di ascolto Sos (Sostegno, orientamento e solidarietà). "Vigiliamo – dice Di Rocco - e invitiamo tutti ad essere solidali”. A Lanciano la blindatura sulle violenze contro le donne giunge anche dallo sportello "Senza Violenza", voluto dal Rotary, situato dentro l’ospedale e gestito da Donn-è.
Walter Berghella
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