Condanna a 25 anni di carcere, in appello, per Luigi Giacomo Passeri, 32 anni, di Pescara, arrestato in Egitto nell'agosto del 2023 mentre era in vacanza. E' accusato di traffico internazionale di stupefacenti: secondo l'accusa farebbe parte di una rete di importazione illegale di droga per la vendita sul mercato locale.
Il giovane, che da tempo risiede a Londra, papà italiano e mamma della Sierra Leone, secondo la versione dei familiari, era invece in possesso solo di piccole dosi di droga.
L'uomo è in prigione, nel Correctional and rehabilitation center di Badr a nord del Cairo, dove ha denunciato di essere stato anche torturato. In appello è stata confermata la sentenza di primo grado. Ai familiari più stretti sarebbe stata data l'opportunità di parlare con lui, in video, domenica prossima.
"Da un anno e mezzo che sta là dentro - dice il fratello, Antonio Marco Passeri -: ogni volta che dico a mio fratello che voglio andare a trovarlo lui mi scrive di non farlo perché potrebbe accadere a me quello che è successo a lui". Dopo l'arresto, ad agosto del 2023, Passeri sarebbe stato operato di appendicite e i mesi scorsi ha cominciato uno sciopero della fame per protesta. "Sinceramente non ce la facciamo più, onestamente".
Nei mesi scorsi la famiglia ha lanciato l'allarme sulle sue condizioni.
"Non vogliamo altri casi Regeni, nessun accordo energetico può giustificare forme di indolenza": così Marco Grimaldi, Parlamentare di Sinistra italiana-Avs torna sul caso. “L’Ambasciata italiana in Egitto avrebbe potuto garantire più assistenza e supporto e muoversi più efficacemente perché si svolgesse un equo e giusto processo? Di certo il Governo potrebbe mobilitarsi per riportare in Italia Luigi", continua Grimaldi. "Hanno invece deciso di etichettarlo come criminale e lasciarlo nelle grinfie di chi lo ha sepolto vivo nelle carceri egiziane".
"Già dalla scorsa estate ci siamo mobilitati, anche con interrogazioni parlamentari e interventi a mezzo stampa, per chiedere attenzione alla vita di un ragazzo, arrestato, condannato, imprigionato, senza che ci sia chiarezza sull’iter giudiziario, né sulle condizioni della sua detenzione - aggiunge Daniele Licheri, segretario regionale Sinistra italiana Abruzzo -. Il Governo intervenga, non solo a parole".
"Indipendente dal fatto che Passeri abbia commesso o meno il reato ascrittogli dalle autorità del Cairo, fatto sul quale pure nutriamo dei ragionevoli dubbi, 25 anni di reclusione per traffico di droga (reato punito in Italia con la reclusione da 2 a 6 anni) rappresentano una pena spropositata e inumana - dichiarano Claudio Mastrangelo, pescarese della Direzione nazionale del Partito Democratico, e il segretario regionale dei Giovani Democratici, Saverio Gileno -. Occorre ricordare inoltre che il giovane ha più volte denunciato di aver subìto in questi due anni torture fisiche e psicologiche, attraverso lettere spedite ai suoi familiari, nella più totale latitanza delle autorità diplomatiche italiane. In virtù di ciò invitiamo con la massima solerzia il Pd, la segretaria nazionale Elly Schlein, il responsabile esteri Giuseppe Provenzano e il tesoriere nazionale Michele Fina, ad attivarsi presso la Farnesina, il ministro Tajani e il Governo tutto affinché profondano ogni sforzo possibile per riportare in Italia questo nostro concittadino, detenuto all’estero in condizioni disumane e contrarie alla nostra Costituzione e al comune buon senso internazionale".
29 gen. 2025
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