Lanciano. Morì di setticemia in ospedale a Pescara: Asl deve risarcire un milione

Morì all’ospedale civile di Pescara il 26 gennaio 2013, a seguito di un esame coronarografico, con accesso femorale alla gamba destra.

Un esame programmato ma che costò la vita ad una donna di 59 anni, di un paese vicino a Lanciano (Ch). Il decesso avvenne, in maniera inattesa, dopo un ricovero di 48 ore. Poi venne alla luce che la paziente aveva contratto una setticemia, che le è stata fatale. 

Ora, dopo anni di cause, il giudice civile di Lanciano (Ch), Massimo Canosa, ha riconosciuto  la responsabilità professionale per quanto avvenuto e ha condannato la Asl di Pescara al pagamento complessivo di 1.015.740 euro a favore degli eredi della donna, marito e tre figli, patrocinati dagli avvocati Maria Ida Troilo e Daniela Frini.

Asl difesa dall’avvocato Tommaso Marchese, che aveva chiesto il rigetto del ricorso, infondato. Asl condannata anche a 57 mila euro di spese legali e consulenze. Sulla vicenda indagò la procura di Pescara che archiviò il procedimento non rilevando responsabilità mediche.

Caso approdato poi in sede civile, dove sono stati nominati tre periti d’ ufficio con contrastanti risultati e incompleta documentazione.  Ritenuta valida quella di un esperto dell’università degli studi "La Sapienza" di Roma secondo cui il decesso per arresto cardiaco è stato provocato da "una disseminazione batterica multiorgano scatenata dalla coronografia e dalla non perfetta sterilità del catetere introdotto". Per il giudice non ci furono profilassi antibiotica o altri controlli clinici e laboristici dopo l’esame e l’insorgenza della batteremia. La donna era stata ricoverata il 24 gennaio e l’esame effettuato il 25. La sentenza è provvisoriamente esecutiva. Si attende l’eventuale ricorso in Appello della Asl.   

Walter Berghella

@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 10897

Condividi l'Articolo