Nuovi palazzi in via Rosato a Lanciano: è scontro politico. No di Europa Verde. Di Campli: 'Il progetto si farà'

Botta e risposta tra gli esponenti di Europa Verde Frentania, Rita Aruffo consigliere comunale di minoranza e Stefano Luciani e l’assessore comunale Graziella Di Campli.

Pomo della discordia, la costruzione, annunciata dalla giunta del sindaco Filippo Paolini, di tre palazzi nella zona di via Rosato, con una nuova piattaforma commerciale, parcheggi e rotonde. Scelta criticata pesantemente da Aruffo e Luciani:“Questo approccio dimostra ancora una volta la miopia sulle vere esigenze della città. Lanciano non ha bisogno di nuovi palazzi: la città decresce, in 10 anni, dal 2013 al 2023, ha perso 1.500 abitanti, una media di 150 abitanti l’anno. Significa che circa 50 appartamenti all’anno non sono più abitati. – sostengono - E allora da dove nasce la necessità di costruire nuovi palazzi e soprattutto di consumare nuovo suolo?"

"Non sarebbe meglio - viene chiesto - incentivare, promuovere e studiare riqualificazioni di edifici esistenti? Valorizzare il patrimonio immobiliare? Tornare a popolare nuovamente quartieri che oggi appaiono tristi e vuoti per interi isolati e che darebbero tono e vivacità alla città?" Una serie di domande che vogliono essere anche proposte e suggerimenti in un’ottica di maggiore vivibilità. Tengono a ricordare a sindaco e giunta che "da agosto 2024 è in vigore un regolamento emanato dall’Unione Europea (UE 2024/1991), che impone un cambiamento di prospettiva a salvaguardia degli ecosistemi urbani con precisi vincoli per le amministrazioni che non potranno più adottare misure in grado di determinare una perdita di spazio urbano verde e della copertura arborea. Invece gli attuali amministratori ignorano qualsiasi regolamento o azione che aiuti a mitigare i cambiamenti climatici e  qualsiasi progetto di buon senso che riqualifichi questa città".

Ma se i rappresentanti di Europa Verde Frentania esprimono la netta contrarietà al progetto stigmatizzando scelte che contribuirebbero  “a ingolfare parti della città”, riaffermando che “la salute e la sicurezza dei cittadini vengono prima di qualsiasi appetito speculativo” e che “un’amministrazione moderna e con una visione sul futuro dovrebbe pensare a questo, non solo a come fare cassa” e auspicano un ripensamento, di tutt’altro avviso è l’assessore e vice coordinatore provinciale della Lega, Graziella Di Campli, che non solo sostiene con forza il progetto, ma lo da per certo.

"Il progetto di via Rosato si farà e darà un volto nuovo alla città – afferma con convinzione -.  Se in passato i residenti sono diminuiti, è dovuto solo alla miopia politica del centrosinistra che ha governato la città, che per inerzia negli insediamenti ha favorito l’espatrio verso comuni limitrofi più lungimiranti nello sviluppo urbanistico". Difende, Di Campli, la scelte dell’amministrazione che "guarda al futuro e con apertura verso le iniziative dei privati che vogliono investire sul nostro territorio, alleggerimento del traffico, creazione di spazi verdi attrezzati, vivibilità e riqualificazione di aree che oggi deturpano il decoro urbano. Di quale verde parla l'opposizione? Evidentemente ha una cognizione del verde che non corrisponde alla mia. Verde urbano – continua l’assessore - è per me l’insieme di spazi e alberature godibili da tutti e non sterpaglie, canneti e ogni sorta di arbusti selvaggi, dove albergano topi, serpenti e ogni altra specie infestante che certamente non può costituire un biglietto da visita".

Per Di Campli il progetto non può essere liquidato come una colata di cemento. “Penso invece  che la riqualificazione urbana di un’area oggi abbandonata a se stessa diventerà polo di attrazione per bellezza, fruibilità nel godimento di spazi pubblici, decongestionamento dal punto di vista della viabilità e consentirà una ricucitura di parti della città oggi assolutamente non collegate e non collegabili come via Barrella e via Giangiulio e una diversa funzionalità di via Martiri 6 Ottobre”. E in merito al regolamento UE citato dagli esponenti di Europa Frentania puntualizza “che non disponendo l’Italia di un piano Nazionale per il ripristino della natura, il regolamento non è applicabile e non può condizionare la progettazione in un’area nella quale il privato è legittimato a operare, può nel rispetto delle norme salvaguardare e tutelare l’interesse pubblico cosa che facciamo sempre”. L’assessore aggiunge inoltre rivolgendosi direttamente a Rita Aruffo “che tutto si sta facendo nel solo interesse pubblico e nel pieno rispetto di quanto previsto da quel Piano Regolatore  (artt. 56 e 57) che è stato approvato dal suo centrosinistra". 24 gen.2025

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