Arriva la manifestazione anti stangata. Cgil Abruzzo Molise, Cisl Abruzzo Molise, Uil Abruzzo e Ugl Abruzzo hanno indetto, per il 3 aprile, alle 14, davanti alla sede del Consiglio regionale, a L’Aquila, nella quale si terrà la discussione per la proposta di legge della Giunta regionale guidata da Marco Marsilio, che prevede l’aumento dell'ddizionale Irpef, un presidio per contestare il provvedimento.
Le sigle sindacali denunciano come “l’attuale gettito delle addizionali regionali venga utilizzato solo in piccola parte per finanziare la sanità, e i suoi debiti milionari, mentre la restante parte delle risorse prelevate dalle tasche dei cittadini viene utilizzata per spese non necessarie da giustificare con un aumento delle tasse". Una manovra fiscale inutile dunque se, come aggiungono i sindacati, basterebbe “eliminare quelle spese non necessarie e mettere mano alla programmazione, perché in Abruzzo la sanità è male organizzata, con una scarsa prevenzione, una rete territoriale inadeguata ed una rete ospedaliera inefficace a garantire servizi di qualità, nonostante la grande professionalità dei medici e del personale sanitario". A confermarlo il ministero della Sanità che posiziona l'Abruzzo al quart’ultimo posto tra le regioni italiane per qualità delle cure nel nostro Paese".
"Agli abruzzesi si chiede un sacrificio insostenibile in un momento di difficoltà per le famiglie, già alle prese con il caro-bollette e con un’inflazione che toglie potere d’acquisto – dichiara Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana-Avs -. Questo avviene per risanare il buco della sanità, senza migliorare i servizi, senza mettere mano ai problemi che allungano le liste d’attesa e che spingono le persone a pagarsi le cure di tasca propria o a rinunciare a curarsi o a doversi trasferire fuori regione, aumentando una mobilità passiva che rischia di amplificare ancora di più i debiti. Le bugie della campagna elettorale vengono smascherate, il governo Marsilio svela la sua vera identità: più tasse, meno servizi. Prima di pensare all’aumento delle tasse, perché non sono state eliminate quelle spese non necessarie, come le mance ai territori o gli sperperi in operazioni di marketing, che tolgono risorse al bilancio? – incalza Licheri -. Prima di pensare all’aumento delle tasse, perché non programmare una riorganizzazione della sanità pubblica per ridurre la mobilità passiva, recuperando i soldi che finiscono fuori regione o ai privati per prestazioni che, a causa delle lunghe liste d’attesa, gli abruzzesi non riescono ad avere nelle strutture di prossimità, in regione?” Con questa premessa Licheri annuncia l'adesione alla manifestazione di protesta.
Ma cosa prevede l’aumento dell’aliquota Irpef che la giunta regionale vorrebbe approvare?
Ad oggi la base dell’addizionale sull’intero territorio nazionale è pari all’1,23%. La stessa tassa può essere maggiorata dalla singola Regione tra l’1,23% ed un massimale del 3,33%.
Secondo la proposta legislativa della Giunta regionale per i redditi fino a 28mila euro l’aliquota scenderà dall’1,73% all’1,63%, mentre per chi guadagna tra 28mila e 50mila euro salirà al 3,23%, salendo ulteriormente per i redditi superiori ai 50mila euro e toccando il massimale del 3,33%. Secondo le stime della Regione Abruzzo, l’operazione porterà un gettito aggiuntivo di circa 44,7 milioni di euro nelle sue casse e servirà a sanare il buco nel bilancio sanitario, che ammonterebbe a circa 81 milioni di euro, stando alle ultime dichiarazioni dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.
Un disavanzo Asl complessivo di oltre 180 milioni di euro, nonostante i tagli a tutto il comparto sanità contenuti nei piani di rientro delle 4 aziende sanitarie abruzzesi ( L’Aquila: – 53.4 milioni; Chieti: – 56.3 milioni; Pescara: – 30.9 milioni, Teramo: – 39.8 milioni). "E' questo il dato che certifica il fallimento della Regione a trazione Fratelli D’Italia, Lega, Udc e Forza Italia sulla gestione della sanità in Abruzzo. Alla gravità di questi numeri si aggiunge l’assenza dei conti di previsione per il 2025, che vengono celati con una serie di giri di parole, ma che probabilmente nascondono dati che disegnano un quadro ancora più allarmante - riferiscono in una nota i consiglieri del M5s, Pd, Riformisti, Azione e lista civica Abruzzo Insieme che, con Luciano D’Amico, compongono la coalizione di opposizione in Consiglio regionale ‘Patto per l’Abruzzo’ -. L’unica certezza è che i Piani di rientro non hanno posto rimedio ai disavanzi, che la destra li vuole sanare con l’aumento delle tasse. E nonostante l’aumento dell’addizionale Irpef, non sarà garantita una sanità migliore".
“Chiediamo alla Regione di ascoltare il territorio - dichiarano i rappresentanti di Federconsumatori, Adoc e Adiconsum -. Non si può risolvere un deficit creato da anni di mala gestione con nuove tasse. Servono coraggio per tagliare gli sprechi, competenza per spendere i fondi europei, e rispetto per chi paga già troppo per servizi scadenti. Il 3 aprile saremo in piazza per non lasciare soli gli abruzzesi".
"Siamo di fronte a una classe politica insipiente e irresponsabile che in questi anni ha tollerato che 120mila abruzzesi dovessero rinunciare a curarsi e che, mentre maturava un debito enorme, distribuiva mancette e finanziava squadre di calcio, cartoni animati, feste, festicciole e sagre – afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci -. Saremo in piazza giovedì all’Aquila rispondendo alla convocazione delle parti sociali, come al solito calpestate da un governo regionale arrogante".
Nel frattempo anche i consiglieri della Lega, Vincenzo D’Incecco e Carla Mannetti, propongono degli emendamenti sostitutivi per rimodulare il sistema di aliquote Irpef nelle tre fasce di reddito. “Oltre a quello volto tutelare la fascia più debole, - spiegano i consiglieri della Lega - abbiamo previsto altri due emendamenti, a cominciare dalla finalizzazione dell’extra gettito alla spesa sanitaria a copertura del disavanzo, che deve essere la priorità. il nostro obiettivo è realizzare un sistema che coniughi efficienza, sviluppo e responsabilità nella gestione delle risorse – concludono -. Sì al ripiano del disavanzo sanitario, ma senza pesare troppo sulle tasche dei cittadini”. 01 apr. 2025
MARIANO PELLICCIARO
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