Sevel, prorogato stop produttivo. Taglio turni e lavoratori: 52 sindaci scrivono al ministro Giorgetti

Sul futuro della Sevel di Atessa (Ch) 52 sindaci dell'area frentana e della Val di Sangro in campo per salvaguardare occupazione ed economia dell’ Abruzzo.

L’altro ieri avevano auspicato che il ministero dello Sviluppo Economico convocasse un tavolo di concertazione con Stellantis, ma ieri hanno scritto (vedi allegato a fine articolo) al ministro del Lavoro, Giancarlo Giorgetti chiedendo presto un incontro diretto con i sindaci stessi: "Per poter approfondire queste tematiche – dicono i firmatari - e valutare tutte le iniziative da intraprendere come Governo, Regione ed enti locali.  Al tempo stesso sollecitiamo la convocazione urgente del tavolo di confronto con Stellantis, istituito a giugno, e di poter partecipare come rappresentanti del territorio agli incontri tra le parti". 

Anche il governatore, Marco Marsilio, che si dice attonito, scrive al ministro a cui manifesta profonda preoccupazione per Sevel ed anche per la Riello di Cepagatti, dove in 71 rischiano il licenziamento. “Il mio auspicio – incalza il presidente – è che il Governo faccia sentire tutto il suo peso nei confronti di questa azienda per far sì che questa possa mantenere un comportamento più rispettoso nei confronti del territorio e delle istituzioni locali e maggiormente aderente ai principi di responsabilità sociale che devono caratterizzare le relazioni industriali".

Intanto lo stop di Sevel, per la mancanza di componenti elettronici per costruire il furgone Ducato, è stato prorogato fino alle 5.45 del prossimo 21 settembre che sarà un mese di quasi totale blocco.

La prospettiva si fa sempre più fosca con l’annuncio di Stellantis di rispedire a casa quasi mille dipendenti: 650 trasfertisti di altre fabbriche del gruppo e 300 interinali ai quali il contratto non sarà rinnovato. Pesa come un macigno e preoccupa l’avvio in primavera del nuovo stabilimento di Gliwice, in Polonia, che pure realizzerà Ducato. Tutte le organizzazioni sindacali sono sul piede di guerra ed hanno ampiamente annunciato che contrasteranno in ogni modo la possibile debacle della Sevel. Reagisce anche la politica ee ecco Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, che dice: “In Abruzzo è una bomba sociale. Sindacati e lavoratori chiedono da tempo l’intervento del ministro ma l'azienda dice che la crisi è dovuta alla mancanza strutturale dei chip. Una crisi che va avanti da mesi senza alcuna soluzione. Non sarebbe male attenzione per questa vicenda come per la vergognosa chiusura della fabbrica della Riello. Impedire che un territorio fragile diventi un vero e proprio deserto produttivo".

Stempera Pietro De Biasi, responsabile delle relazioni industriali di Stellantis, intervenuto a un convegno organizzato a Torino dalla Fismic Confsal. "La stragrande maggioranza dei lavoratori interessati – afferma - è in prestito da altri stabilimenti, quindi l'impatto di questa situazione sarà limitato. Le decisioni assunte in Sevel sono dovute alla necessità di fronteggiare l'emergenza della mancanza di fornitura di chip, non è un ridimensionamento rispetto al percorso storico. La gravità della crisi dei semiconduttori fa sì che la Sevel non sia in grado di supportare l’aumento della produzione deciso ad aprile". 

E con la riduzione dei turni da 18 a 15 c’è allarme occupazionale pure nell’indotto. Col suo fatturato Sevel pesa per un terzo sul Pil della Regione e offre lavoro a dipendenti provenienti da mezzo Abruzzo, da Puglia e Molise, perciò i sindaci, che si riuniscono lunedì prossimo ad Atessa, ricordano al ministro: "Di rendere più competitiva l’area industriale visto il rilievo strategico e l’interesse nazionale di problemi che vanno affrontati e risolti".17 set. 2021

Walter Berghella

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