Coronavirus. 'Riavvio produzione in Sevel il 27 aprile'. Si aspetta ok Prefettura

Il colosso Fiat Chrysler Automobiles sceglie di ripartire. E comunica a Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf l’intenzione di riprendere la produzione del furgone Ducato, in Sevel, ad Atessa, dal 27 aprile, cioè da lunedì prossimo.

Il riavvio avverrà tramite la strada dell'autorizzazione della Prefettura di Chieti, già seguita da altre imprese, anche del settore automotive. E sottolineando la "strategicità di Sevel". Ma i sindacati, in tempo di pandemia, che ha il nome di coronavirus, sembrano voler invitare alla prudenza e sollecitano il Governo a dire direttamente la propria in merito. "Abbiamo due richieste - scrivono in una nota congiunta le organizzazioni sindacali - . La prima è rivolta a Fca e consiste nella necessità di effettuare gli incontri preparatori e di verifica della corretta applicazione delle linee guida sulla sicurezza concordate il 9 aprile. Fca - affermano poi - è una delle più grandi aziende italiane; è diffusa su tutto il territorio nazionale ed ha un indotto vastissimo, per cui esigenze elementari di chiarezza e uniformità imporrebbero un pronunciamento centrale, per garantire la salute e la sicurezza di migliaia di dipendenti". 

Una decisione, quella del colosso automobilistico di riavviare lo stabilimento abruzzese, in più grande del centro sud, che coinvolge anche alcuni reparti, di componentistica, delle fabbriche di Melfi, Pomigliano, Termoli e Mirafiori. Sevel, che conta 5.862 addetti, ogni giorno, porta, complessivamente, in Val di Sangro, nella zona industriale più importante della regione, circa 15mila lavoratori, compresi quelli dell'indotto.

Diverse le misure anti Covid annunciate. Si va dalla sanificazione dei 100mila metri quadri del sito, ai 113 cicli di pulizia aggiuntivi, all'introduzione di igienizzanti, saponi aggressivi per i microrganismi, kit per pulire le superfici... Sono state distanziate, per garantire almeno un metro tra i lavoratori, 46 postazioni e la velocità della linea è stata ridotta del 30%. Ogni lavoratore, ad ogni turno, sarà dotato di dispositivi di protezione individuali: avrà due mascherine chirurgiche e un paio di guanti in nitrile e un paio di occhiali al mese. All’ingresso prevista, per tutti, la misurazione della temperatura.

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