Coronavirus. Il musicista Santino Spinelli: 'Il nostro mondo è in ginocchio. Occorre ripartire'

Ventuno concerti e 5 tournée all’estero dall’inizio del lockdown fino alla fine di maggio. Finora questo è costato il blocco causato dal Covid-19 diffuso in tutto il mondo al musicista e compositore Santino Spinelli, meglio conosciuto con il nome di Alexian.

L’artista, di fama internazionale, nominato di recente commendatore della Repubblica italiana, non si piange però addosso a causa del momento di difficoltà. "Voglio essere propositivo nonostante tutto quello che sta accadendo nel mondo – esordisce –, anche se il nostro settore, quello della musica e dello spettacolo, non è stato per nulla preso in considerazione dalla politica, che ha dimostrato di non dare il giusto valore al nostro lavoro. Ma è anche normale, se pensiamo che la maggior parte dei politici non sa nulla di questa realtà".

"Certo è - prosegue Spinelli - che avrebbero potuto interpellare gli artisti per cercare di capire come intervenire e magari riuscire a venire incontro alle problematiche che si sono presentate a causa della pandemia. Il Governo ha finora considerato solamente i musicisti facenti parte delle grandi orchestre, tralasciando tutti gli artisti cosiddetti "minori", come ad esempio quelli che tirano avanti con le serate o cantando nei locali. Sono proprio quelli a vivere il dramma quotidiano e non i grandi, dei quali solo si parla. Non sarà certamente un big delle grandi etichette a soffrire in questo periodo: del resto loro scelgono a volte di fermarsi anche per diversi anni, perché possono permettersi di farlo. Io, invece, se avessi potuto prendere delle decisioni in merito, avrei agevolato quelli che rappresentano il vero sostrato culturale e artistico e lo tengono in piedi, ogni giorno, nel nostro Paese: parlo dei tecnici, dei cantanti di pianobar, di quelli che montano e smontano all’occorrenza tutto il carrozzone dello spettacolo”.

Quali sarebbero le soluzioni da poter adottare a questo punto? "Basterebbe che si adattassero i provvedimenti che sono stati emanati in occasione della riapertura delle chiese, per poter ripartire con gli spettacoli nei luoghi pubblici come i teatri. Servirebbero pochi accorgimenti per poter ripartire in tutta sicurezza, ma occorre che tutti facciano la loro parte nel cinema, nel teatro e nella musica. La ripartenza è necessaria perché questo mondo è stato messo in ginocchio. Ai "piani alti" non hanno capito che il nostro settore rappresenta un importante volano economico che coinvolge non solo le migliaia di artisti e tecnici, e soprattutto che ognuno ha una famiglia alle spalle. E poi la musica è una terapia che serve per il conforto e la crescita emotiva di tutti, rivolgendosi alla loro anima: nutre, emoziona, dà vigore. Cos’è la vita senza musica? Ecco, lo abbiamo verificato in questi mesi e ci è bastato".

Fernando Errichi

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