Morte Anna Maria D'Eliseo. Il marito padre padrone. 'L'ha presa anche a bastonate. Era ossessivo'

Padre padrone, tracotante e a tratti violento e ossessivo. "Il 2 ottobre 2021 è stata presa a bastonate. Lei era rannicchiata sul pavimento e, nel tentativo di ripararsi dai colpi, si copriva la testa". Legnate e umiliazione. Probabilmente prima le aveva lanciato anche delle tazzine addosso. 

Nell'aula della Corte d'Assise di Lanciano (Ch) arriva il racconto dei figli di AnnaMaria D'Eliseo, di Lanciano (Ch), 60 anni, bidella, trovata morta nella cantina della propria villa in contrada Iconicella a Lanciano il 15 luglio 2022. Il marito, Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, ex ispettore dei vigili del fuoco, è ora sotto processo per il reato di omicidio volontario aggravato. La vittima aveva un solco al collo e vicino a lei c’erano dei fili elettrici. L’imputato ha riferito ai carabinieri di averla trovata esanime, dopo che si era impiccata. Ma non è stato creduto: è stato arrestato 18 mesi dopo il presunto delitto e continua a proclamarsi innocente. 

Il "caratteraccio" dell'imputato emerge prepotente nella descrizione dei cinque figli, che sfilano in qualità di testi davanti ai giudici. Era un attaccabrighe - viene fuori - , era aggressivo, con la famiglia, spesso in subbuglio, ma anche fuori casa. Le liti erano costanti e ricorrenti. La moglie subiva e alcuni dei figli, fin da piccoli, sono stati picchiati con la cinghia e con il tubo. 

Emozione, lacrime, singhiozzi. I figli ricordano la mamma deceduta, dolce e remissiva, mentre il padre è lì davanti seduto, accusato di femminicidio, a fianco dei difensori Alberto Paone e Nicola De Fuoco. Riferiscono di un clima casalingo scarsamente idilliaco, di un uomo che si imponeva con tutti. AnnaMaria aveva paura ma non voleva che lo si denunciasse per non distruggere l’unità della famiglia. “Mamma subiva, non reagiva, era riservata. Voleva bene a papà. Anzi, a suo modo, anche lui le voleva bene", dice una figlia. E ancora: "Ci hanno fatto studiare e mai mancare nulla”.

Di Nunzio, affetto da bipolarismo maniacale, era diventato insostenibile durante la campagna elettorale del 2021: era candidato con una lista civica in appoggio al sindaco Filippo Paolini, e voleva far bella figura. Ripeteva, di tanto in tanto, alla moglie che doveva fare il test del Dna perché i figli non erano suoi e ha minacciato di portare sotto il tetto coniugale un’altra, quando la consorte, sfinita dalla situazione, si è rifugiata per un periodo dai figli.

AnnaMaria ad un certo momento ha scoperto di avere un tumore alla tiroide e si è sottoposta a cure. Ma aveva paura di morire e ha lasciato un testamento a favore dei figli. Una di loro riferisce che la madre le ha detto: "Sono stanca, non ce la faccio più, ma non ho il coraggio, altrimenti mi impiccherei. O l’ammazzo o mi ammazzo". Forse uno sfogo.

L’avvocato Elisabetta Merlino, parte civile per i figli, dichiara: “I ragazzi hanno raccontato il vissuto, non si sono contraddetti descrivendo un padre- padrone per loro stessa definizione. Che il genitore si è occupato della loro istruzione non l’ha negato nessuno. La confidenza di AnnaMaria di volersi suicidare era un grido di aiuto". Nuova udienza il 29 novembre prossimo con 9 testi, diversi i periti. 11 ott. 2024

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