Lanciano. Accoltellamento giovane di Fossacesia: condanne confermate in Appello

Nessun sconto di pena in Appello per la rissa sanguinaria avvenuta a Lanciano (Ch) e culminata con l’accoltellamento di un ragazzo di Fossacesia (Ch) a cui è stato necessario recidere 35 centimetri di colon in un delicato intervento chirurgico.

Nel suo addome fu conficcata una lama di 7 centimetri; poi l'arma gettata in un fossato in via Panoramica e mai ritrovata dai carabinieri. Il brutale episodio avvenne la notte del 5 febbraio 2019 all’esterno di una cornetteria in via dei Tribunali. Dopo il processo di primo grado a Lanciano, dinanzi al gup Giovanni Nappi il 20 gennaio scorso, anche giudici della Corte d’ Appello dell’Aquila hanno pienamente confermato le condanne per tutti e tre i giovani protagonisti, pure per il ferito accusato solo di rissa.

Per l’arrestato, Luca Gagliano, 23 anni, di Lanciano, che sferrò il fendente e che è difeso dall’avvocato Massimo Biscardi, resta la pena a 2 anni e 4 mesi di reclusione per rissa, lesioni gravi aggravate e porto abusivo d’arma; un anno di reclusione per concorso in rissa per William Cicconetti, 21 anni, di Fossacesia, difeso da Alessandro Marrone, il quale nella baruffa scatenata per futili motivi riportò un trauma cranico non commotivo, abrasioni alla regione ascellare ed emitorace destri. Infine i 4 mesi di pena, sempre per rissa, sono stati confermati al ferito Luca Di Giuseppe, 23 anni, di Fossacesia, difeso dall’avvocato Paolo Sisti, costituitosi parte civile.

Difatti Gagliano è stato anche condannato al risarcimento danni in separata sede civile, più spese processuali lievitate in Appello di 1.200 euro rispetto ai 2 mila 780 euro del primo grado. Già dinanzi al gup Di Giuseppe aveva chiesto danni per 30 mila euro. Il fendente  fu affondato al fianco sinistro, tra milza ed intestino, col serio rischio che potesse essere letale per la vittima, avendogli perforato il colon e che penetrò tra la decima e undicesima costola con traiettoria dall’alto verso il basso e da sinistra a destra. Il ferito ha sempre asserito di non aver partecipato alla zuffa ma di aver cercato di fare da paciere tra Gagliano e Cicconetti. Discussione e rissa, innescate all’uscita della cornetteria "I Love Choc" e proseguita in piazza D’Amico e in via del Torrione dove l’asfalto fu bagnato da una striscia di nove metri di sangue che Di Giuseppe perse. Ora si attendono eventuali ricorsi in Cassazione.

Walter Berghella

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Nella foto il luogo dove avvennero i fatti

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