Palombaro e i 100 anni di nonno Pietro

“Il giovane cammina più veloce, ma è l’anziano che conosce la strada”, recita un antico proverbio.

Pietro Del Pizzo, classe 1925, mente vivace e spirito instancabile, il 22 gennaio ha spento cento candeline e il 9 febbraio sarà il protagonista di una grande festa, quando parenti ed amici si riuniranno per celebrare questo importante traguardo.

Nonno Pietro è di Palombaro (Ch), ama coltivare il suo orto - in questo periodo si sta occupando delle fave -, e si diverte a raccontare le vicende della gioventù. Momenti allegri ma anche istanti in cui la sua forza di carattere ha dovuto essere il perno della famiglia.

"Ho sofferto, ma non mi lamento. Se mi guardo indietro posso dire di aver avuto una bella vita", dice.

Mingherlino nell’aspetto, quando era molto piccolo si è ammalato. Riferisce di aver avuto problemi di stomaco poiché i suoi nonni erano soliti dargli per merenda il pane intinto al vino rosso, difatti nella mentalità popolare si credeva che questo pasto servisse a rendere forti. Pietro, invece, col senno di poi sostiene che il suo intestino era troppo delicato. Ad ogni modo, ce la fece a riprendersi, anche se  è rimasto esile, ma questo non è stato uno svantaggio, anzi, la sua circonferenza toracica, gli ha permesso di essere riformato dall’esercito e di non dover partire per combattere nella Seconda Guerra Mondiale.

Sua mamma Teodora era cagionevole di salute e trascorreva quasi tutto il giorno a letto, mentre suo marito Domenico andava a lavorare prima come pastore e poi come muratore.

Così toccava a Pietro pensare alla casa, essendo il figlio maggiore; suo fratello Carmine era del 1927. Cucinava, raccoglieva la verdura, impastava la pizza di mais, rammendava i calzoni e riattaccava i bottoni. Abilità che nella vita gli sono tornate utili.

Un momento di svago era quando poteva andare a caccia di uccelletti con la fionda. Una passione per la caccia, insieme all’amore per i cani, che ha coltivato fin quando ha potuto.

"I momenti più belli - ci racconta - erano quelli di convivialità , quando con gli amici e le famiglie ci riunivamo per fare festa. Mia moglie Rosa era un’abilissima cuoca, la chiamavano a cucinare quando i matrimoni si festeggiavano in casa. Interpellavano anche me giacché ero bravo a depezzare la carne per l’arrosto. Mia moglie è stata una grande donna, un’imprenditrice agricola  e grande risparmiatrice. La tirchieria è diversa, quando è servito, abbiamo sempre investito. Purtroppo lei ha lavorato troppo, non si è risparmiata, ed è morta presto. Aveva ottant’anni".

Pietro ha dovuto patire una grande sofferenza nella vita, sua figlia Dora, che era una maestra, è morta a soli 26 anni, e aveva un bambino di appena sei mesi, Pier Paolo. E’ stato un fatto improvviso, la mattina stava bene e la sera non c’era più.

“Quel bambino ci ha dato la forza per sopravvivere. Il dolore era devastante, ma ci siamo dovuti fare forza per lui. Non eravamo anziani quando è accaduta questa disgrazia e ce l’abbiamo fatta a tirarlo su. Mio genero Giuseppe viveva a Milano, dove lavorava. Pier Paolo ha sempre avuto la passione per la musica, lo accompagnavo a lezione di fisarmonica e poi ha imparato a suonare la tastiera, dirigendo due cori, quello di Palombaro e quello di Pennapiedimonte. Così la sera, prima che prendesse la patente, lo accompagnavo e aspettavo che finisse. Rosa ci attendeva sveglia e per passare il tempo, ricamava e lavorava all’uncinetto. Quante tovaglie ha fatto durante quelle sere d’inverno”.

“Spesso mi chiedono qual è il segreto per arrivare a cento anni. Io rispondo: evitare gli eccessi. Mangiare moderatamente e un po’ di tutto. Se si è esagerato in una festa, il giorno dopo bisogna contenersi. La mattina mi sveglio e dopo il caffè faccio una ricca colazione. Due fette di pane con l’olio e il prosciutto e un pezzetto di dolce. Se mi sento debole sbatto un rosso d’uovo con il brandy. Fino a poco tempo fa mi piaceva cucinare, ma adesso ci pensano in famiglia. Mi piace il minestrone e non devono mai mancare frutta, verdura cotta e insalata. Non bevo, solo un po’ di vino fino a sessant’anni ma poi ho smesso, Non ho mai fumato. Mi piace stare all’aria aperta, a curare il giardino e l’orto. Se mi sento bene, zappo anche". 

Nella sua vita è stato un grande lavoratore facendo diversi mestieri: contadino, allevatore, muratore, fino ad aprire col fratello una ditta di costruzioni.

Il prossimo obiettivo di Pietro? Se Dio vuole, arrivare in buona salute a festeggiare 110 anni.  02 feb. 2025

CONNY MELCHIORRE

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