Lanciano. Voragine in via Corsea: sul tratto crollato spunterà camminamento di ferro. Le meraviglie nascoste della città medievale

Un camminamento di ferro, appena sopraelevato, amovibile, che coprirà e bypasserà la grossa voragine che si è aperta, a Lanciano (Ch), lungo via Corsea (vedi foto), il 31 agosto dello scorso anno. Questo permetterà la riapertura della strada, ora sbarrata e vietata al transito delle auto. 

E' la soluzione tampone pensata dal Comune e illustrata, a commercianti e residenti di piazza del Malvò e di via Corsea e dintorni,  in un incontro che si è tenuto, in municipio, nella tarda mattinata di ieri. Presenti il vice sindaco Giacinto Verna; la dirigente del settore Lavori pubblici, Luigina Mischiatti e i tecnici Luigi Carabba, geologo, e Piergiorgio Renzetti, architetto, incaricati di uno studio che è stato realizzato, in questi mesi, nel sottosuolo del centro storico e che da poco è approdato in Comune. Studio che interessa la zona compresa tra il Malvò, via Corsea e piazza Garibaldi, e che che si è reso necessario dopo il crollo, in via Corsea, delle centenarie fogne in mattoni che corrono sotto la città vecchia. La condotta, denominata "cloaca massima", raccoglie le acque dei quartieri Borgo, Sacca e Civitanova, della zona nord di Lanciano e anche di parte di piazza Plebiscito. Ma quando ci sono temporali molto forti, non ce la fa ad "inghiottire" fiumi d'acqua ed ecco allagamenti e devastazione nel punto più basso di via Corsea. 

L'usura, ma anche gli abusi da parte dei cittadini, interventi edilizi che sono stati autentici scempi, nel tempo hanno messo a dura prova la struttura, realizzata tra l'Ottocento e i primi del Novecento. "Nel tratto di via Corsea - ha spiegato Renzetti - essa presenta crolli e occlusioni". Poi più a monte, con la costruzione, negli anni Sessanta, dell'edificio del Mercato coperto, è stata creata, a 5 metri di profondità, una sovrastruttura, che in sostanza blocca e devia, con una strozzatura in cemento, le acque della storica condotta, acque che un tempo defluivano verso il Ponte dell'Ammazzo. Fatto che peggiora ulteriormente una situazione compromessa. Scovata dopo ispezioni e verifiche, anche da parte degli speleologi di San Filippo Neri che si sono calati nella condotta. "Per sanarla - è stato detto durante la riunone - ci vorranno anni e ulteriori e accurati accertamenti".

Intanto però su via Corsea, per permettere che possa essere riaperta al traffico, spunterà una sovrastrada in ferro. E saranno installati sensori destinati a dare l'allerta in caso di piogge abbondanti. 

La buona notizia, invece, è che durante i sopralluoghi, è venuta alla luce - ha evidenziato Carabba - un'altra parte della Lanciano medievale. Trovati e fotografati cuniculi, camminamenti e le arcate del ponte dei Calzolari, interrato nel XIX secolo. Meraviglie da tutelare, delle quali è stata messa al corrente anche la Soprintendenza.

Alessandro Di Matteo

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Foto Andrea Franco Colacioppo

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