Coronavirus. Ospedale Atessa. Chiude anche il Pronto soccorso. La rabbia sui social
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"Ultimo atto. Il nostro Pronto soccorso chiude". L'ospedale di Atessa (Ch), trasformato in Covid hospital, perde anche l'ultimo... pezzo.

L'annuncio ieri sera su Facebook, con una foto di gruppo (guarda tra le immagini) che sa già tanto di ricordo. E sui social si scatena la rabbia dei cittadini, ma anche degli operatori sanitari, delusi per quanto accaduto. Il presidio è stato smantellato, completamente, per far posto ad un Covid hospital che verrà inaugurato a breve e che accoglierà pazienti che hanno superato la fase acuta del contagio ma che hanno ancora bisogno del ricovero per uscire completamente dalla malattia. Per questo, a mano a mano, sono stati cancellati, dalla Asl Lanciano Vasto Chieti, di concerto con la Regione, reparti, ambulatori, servizi. Un colpo di spugna e via, senza una precisa ragione...

"Grazie al personale, ai colleghi, a tutti... siete stati la mia seconda famiglia. Quanta vita insieme. Le separazioni da chi ami sono dolorose. Vi porterò sempre nel cuore", scrive Elena Gi. . "Il Pronto soccorso era un punto di riferimento per noi cittadini. Ne ho avuto bisogno tempo fa e ho sempre trovato personale eccellente", commenta Anna. "E' una situazione assurda quella che stiamo vivendo - sottolinea Mirella Ti. -, nella speranza che tutto torni al più presto come prima...". "Abbiamo trascorso più tempo lì dentro che con i nostri figli...", le fa eco Michelina S. .

"Scusate - domanda Nicola M. - ma la popolazione dove va?" "Un errore che pagheremo con disagi notevoli", sottolinea Antonietta M. "In questo paese è stata distrutta la cosa migliore che avevamo... E adesso ci portano via pure la guardia medica e il Pronto soccorso", afferma Angelina C.. "Poveri noi. Ci avete salvato la vita. Ci avete accolto a braccia aperte. Siete stati i ostri eroi e lo sarete sempre", scrive Brunetta B. rivolta a medici e infermieri. 

E così una sfilza di commenti, centinaia e centinaia, di rimpianto, ma anche infarciti di veleno, contro una politica che "non sta dalla parte della gente". Ad Atessa da tanti anni è in atto la lotta per la salvaguardia dell'ospedale. Il riconoscimento del "San Camillo de Lellis" come presidio di area disagiata è stata una conquista dell'attuale amministrazione comunale e dei sindaci di decine di comuni della Val di Sangro. "Ma adesso - si lamentano i cittadini - all'improvviso, inaspettatamente, con la scusa del Covid 19, ci hanno spogliato, depredato e privato di ogni tipo di assistenza. Saremo costretti, per qualsiasi problema di salute, a recarci a Casoli o a Lanciano e Vasto. Un disastro". 

"Io sono di Tornareccio - afferma Rita C. - e ho un bimbo con malattia rara degenerativa e chiedo da mamma molto preoccupata di fare il possibile per far tornare il Pronto soccorso, perché per mio figlio pochi minuti potrebbero essere vitali".

"Io protesto - fa presente Maria Concetta Travaglini, presidente dell'associazione Atessa XXI Secolo - perché a mio avviso è stato violato il diritto alla salute! Protesto perché l'imprevedibilità della vita mi porta ad avere paura, ancor più in questo momento che non ho più chi mi possa salvare! Protesto non per quello che accadrà dopo, protesto perché nel "qui ed ora" sento che siamo stati abbandonati! Protesto perché protestare è ancora un diritto nel nostro Paese!"

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