Coronavirus. In Abruzzo dalla Lombardia arrivano malati non infetti. 'Attivare terapia intensiva ad Atessa e Casoli'

Con i casi di Covid 19 in costante aumento in Abruzzo c'è allarme e richiesta di interventi sul territorio. Per gli ospedali di Atessa (Ch) e Casoli (Ch), in un documento sottoscritto da 47 sindaci del comprensorio frentano, dalla costa all'entroterra, è stata chiesta, alla Regione Abruzzo e alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, l'attivazione, con urgenza, dei reparti di Rianimazione e Terapia intensiva.

I primi firmatari del documento sono i sindaci di Atessa, Giulio Borrelli, e di Casoli, Massimo Tiberini, che si augurano così di far fronte ad eventuali emergenze che si potrebbero verificare a seguito del Coronavirus. E il Comune di Paglieta (Ch), ieri sera, - spiega il primo cittadino Ernesto Graziani - "ha approvato, all'unanimità, un provvedimento in cui si motiva tale richiesta"

Che ha l'obiettivo "di sfoltire i pazienti che eventualmente andrebbero a sovraffollare altri presidi del territorio, dove ci sono pochi posti disponibili".

"Il sistema sanitario nazionale è sotto pressione e, per quel che ci riguarda, gli ospedali abruzzesi, in particolare nella provincia di Chieti, potrebbero non riuscire a far fronte alle necessità a causa dei pochi posti in Rianimazione. E' fondamentale agire con compattezza in questa fase e sollecitare le autorità a dare risposte chiare alle esigenze di tutela della pubblica salute. Attenzione: i tagli alla sanità, prima o poi si pagano", rimarca Borrelli.

Ma in queste ore, proprio dall'ospedale di Atessa, dalla "vecchia" Rianimazione, la Asl ha portato via un letto non utilizzato e alcuni monitor. Perché dalla Lombardia, dove le strutture sanitarie stanno "scoppiando", sono in arrivo alcuni pazienti, non infetti ma che necessitano di terapia intensiva. Da indiscrezioni sembra che saranno sistemati a Lanciano e a Vasto. 

Alessandro Di Matteo

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