Terremoto L'Aquila e Amatrice. Proposta di legge per risarcire parenti vittime

Risarcimenti per i parenti delle vittime del terremoto de L’Aquila e di Amatrice. La proposta di legge è del Pd ed è stata presentata a Roma dal capogruppo Graziano Delrio e dai deputati Stefania Pezzopane, Chiara Braga e Fabio Melilli. Essa, delineata in due articoli, prevede che per ogni vittima sia attribuita ai familiari una somma non inferiore a duecentomila euro, tenuto conto anche dello stato di effettiva necessità. La spesa complessiva è di venti milioni di euro. "Le elargizioni - hanno spiegato i promotori - verrebbero assegnate seguendo un ordine, dal coniuge fino al convivente more uxorio. Il secondo articolo estende ai familiari delle vittime dei terremoti le disposizioni relative al diritto di collocamento obbligatorio riguardanti le vittime del terrorismo”. Pezzopane e Braga hanno detto che in passato sono stati bocciati gli emendamenti del Pd che proponevano queste misure e da qui arriva la proposta di legge organica. Melilli ha chiesto a tutti di firmare così da approvare il provvedimento in occasione del decennale del sisma de L'Aquila, che ricorre il 6 aprile.

Sarcastiche le altre forze politiche. "Mi fa piacere che dopo dieci anni e troppi governi, il Pd si sia accorto di non aver mai preso in considerazione le vittime dei terremoti e i loro familiari superstiti, dopo aver bocciato tutte le nostre proposte quando erano al governo", ha detto il sottosegretario alla Ricostruzione, Vito Crimi che ha aggiunto che c’è già una proposta al vaglio dei tecnici e che questa idea era stata già lanciata da lui nei vari incontri pubblici tenuti nelle aree del cratere. "Sul dolore è spregevole farsi campagna elettorale -  ha sottolineato ancora Crimi -: il terremoto e le sue conseguenze sono questioni troppo importanti, perché chi non ha fatto nulla fino ad ora si arroghi il diritto di aprire bocca solo per avere un minimo di visibilità". Il deputato FdI e sindaco di Leonessa Paolo Trancassini rivendica il fatto di essere stato il primo a porre questa questione un anno fa, presentando "emendamenti per il risarcimento dei danni alle popolazioni vittime del sisma e per inserire i familiari delle vittime del terremoto tra le categorie professionali protette, avviandole con più facilità nella pubblica amministrazione. Queste proposte sono state tutte puntualmente bocciate". Nella capitale c’era anche Mario Sanna, che suo figlio l’ha perso proprio a causa del sisma di Amatrice e oggi lo ricorda con l’associazione "Il sorriso di Filippo". La richiesta che ormai fa dall’indomani del sisma è quella di istituire un fondo nazionale per le vittime di catastrofi. "Che  -spiega Sanna -  vivono nella totalità la tragedia. Tutto si può ricostruire nel tempo. Le case, gli allevamenti le attività economiche. Un figlio o un caro che viene a mancare non te lo ridà indietro nessuno. E i morti delle catastrofi sono morti innocenti che non hanno rischiato in proprio. Di qui la responsabilità di uno Stato che avrebbe dovuto controllare e non lo ha fatto. Eppure, per quei morti e le loro famiglie nessun Governo ha mai pensato". 

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