In 20mila hanno affollato oggi il borgo di Cocullo (Aq) per la tradizionale Festa di San Domenico con il rito dei serpari, uno degli eventi più suggestivi e identitari del centro Italia.
Da consuetudine, la celebrazione in onore di San Domenico Abate, patrono del paese, ha unito sacro e profano in un rito millenario che affonda le radici nelle antiche tradizioni locali.
Il momento più atteso a mezzogiorno, quando la statua del santo, ricoperta di serpenti, catturati dai “serpari” del luogo, è stata portata in processione tra le vie del centro storico, accompagnata da preghiere, canti e il suono delle campane a festa. I rettili, 250 quelli catalogati dagli erpetologi di varie università, sono stati presi sulle montagne intorno al paese nei giorni precedenti alle celebrazioni e rilasciati successivamente nei boschi circostanti. Essi sono simbolo di guarigione e protezione.
Alle 11 c'è stata la messa solenne è stata presieduta dal vescovo di Sulmona-Valva, monsignor Michele Fusco, che ha ricordato l’importanza del culto di San Domenico come segno di identità e spiritualità del territorio.
Affluenza importante, dunque, in un piccolo centro di appena 200 abitanti, che ogni anno si trasforma in meta di pellegrinaggio e di curiosità internazionale. Tra i presenti, turisti, studiosi di tradizioni popolari e numerosi fedeli provenienti da tutto l’Abruzzo e dalle regioni limitrofe. "Siamo tornati ai grandi numeri - dice il sindaco di Cocullo, Sandro Chiocchio -. Con una organizzazione che richiede grande impegno, dato il gran numero di visitatori". 01 mag. 2025
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