Con l’emergenza coronavirus e conseguenti problemi di lavoro, sospeso, c’è chi ha perso casa ed è finito in strada non potendo permettersi di pagare l’affitto in mancanza di entrate economiche. E ci sono numerosi altri che rischiano la stessa sorte.
L'allarme viene lanciato da più parti. Dalla Caritas diocesana. "Sono una cinquantina - dice Luigi Cuonzo, direttore Caritas - le famiglie che tra Lanciano e Ortona (Ch) sotto sotto sfratto, bloccato per ora fino al 30 giugno dal decreto Cura Italia. Sono casi pre Covid, ma la situazione potrebbe peggiorare per via della mancanza di lavoro e di denaro. Poi ci sono tanti altri che un posto dove stare ce l’hanno ma sono senza gas e luce perché non riescono a far fronte alle bollette".
Il sindacato Asia Usb chiede che a Lanciano venga istituito un Osservatorio per il diritto alla casa. E porta una storia ad esempio. Di un uomo di 52 anni che fino a qualche tempo fa aveva trovato un alloggio di fortuna da amici, che ora, anch’essi in difficoltà, non possono più ospitarlo. Quindi è finito in albergo, grazie all'intervento della Caritas, ma è una sistemazione temporanea: da domani sarà senza un tetto.
"Questa situazione, unita all’impossibilità di far fronte col suo reddito ad un affitto a prezzo di mercato, pone questa persona in una condizione di enorme disagio – spiega Domenico Sarno, dell’Usb di Lanciano -. Abbiamo fatto presente il caso all’amministrazione comunale immediatamente e, duole dirlo, prima di ricevere la convocazione per un incontro risolutivo sono trascorsi 15 giorni. Dopo varie interlocuzioni con l’assessore Giacinto Verna ci è stato detto che a causa di un problema di ordine tecnico-giuridico non era possibile per il Comune intervenire direttamente per risolvere la questione, in quanto l’esistenza di un reddito per la persona interessata lo escluderebbe di fatto da ogni possibile tipo di intervento sia da parte delle Politiche sociali che dell’Ufficio per la casa".
"L'uomo – aggiunge Sarno - è attualmente in carico ad una associazione caritatevole del territorio con la quale siamo entrati in contatto, ma non durerà. La gravità della situazione necessità di un intervento impellente”.
Secondo l'Usb "è abbastanza evidente come, purtroppo, esistano casi di estrema difficoltà che non vengono inquadrati nella giusta misura. Viviamo in un contesto sociale che ci pone di fronte a nuove povertà, a causa di un tessuto economico sempre più fragile. I criteri stabiliti dai regolamenti attuali non risultano più sufficienti al contrasto delle nuove povertà – prosegue l’organizzazione -. Questa situazione è un esempio lampante di come un cittadino, pur avendo un reddito, con spese fisse che sappiamo essere ordinarie ormai per una larga fascia della popolazione, possa trovarsi dalla sera alla mattina a vivere per strada, costituendo un problema per quanto concerne il diritto all’abitare, ora aggravato dalla pandemia. In questa fase storica – rimarca Sarno - è necessario ripensare il sostegno alla fascia più debole della popolazione che va sempre più allargandosi".
Walter Berghella
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