Coronavirus. Pescara. Una sezione speciale Covid in carcere. Scatta la protesta

La Regione, con apposita ordinanza, sceglie la casa circondariale di Pescara per ospitare tutti i detenuti che in Abruzzo sono affetti da coronavirus. E scatta la protesta dei sindacati di polizia penitenziaria che minacciano scioperi e proteste.

I fatti. Nel carcere sarà abilitata una sezione dove i detenuti, risultati positivi al covid 19, saranno isolati dal resto della popolazione e verranno assistiti secondo le dovute procedure sanitarie. Procedure ormai standardizzate sul territorio.

Non è tutto oro quel che luccica nel provvedimento. Infatti, secondo i sindacati, "in quel carcere le gravi problematiche sono sotto gli occhi di tutti". I numeri, eccoli: attualmente sono ospitati 370 detenuti quando la capacità massima tollerabile sarebbe, per legge, di 277. Quasi cento in più. E quell’esubero va raffrontato a "un numero sempre più ridotto di agenti, costretti a turni massacranti e al limite della sopportazione psico-fisica. Una situazione che abbiamo più volte segnalato a chi di dovere, ma le nostre richieste sono sempre cadute nel vuoto".

La stagione estiva sta per arrivare, tra l'altro. "Problemi che nella vita carceraria tendono ad aggravarsi poi con l'arrivo del caldo e dedicare una parte della struttura ai detenuti che hanno il Covid vorrebbe dire aumentare ulteriormente il sovraffollamento e i carichi di lavoro delle guardie".

"Chiediamo subito - continuano i sindacati - l'ampliamento del personale con almeno 18 nuove unità e il ripristino del numero massimo di detenuti da ospitare". Poi c’è la sicurezza sanitaria da non trascurare: "Visto che gli agenti dovranno offrire il servizio a persone positive al virus, chiediamo che vengano dotati da subito di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti. Ora attendiamo risposte concrete, in caso contrario siamo pronti a intraprendere tutte le legittime forme di protesta e tutte le rivendicazioni".

Alessandro Di Matteo

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