‘IncontroDoc’, al CiakCity rassegna dedicata ai documentari

Il CiakCity di Rocca San Giovanni (Ch), in collaborazione con il Collettivo Cinema Sala 4, si prepara ad accogliere sui suoi schermi la prima edizione di una nuova rassegna. IncontroDoc porterà in sala, ogni lunedì dal 13 maggio al 3 giugno, quattro documentari d'autore: quattro opere in cui il cinema esplora la realtà, in un percorso di scoperta che conduce dalla Norvegia alla Nigeria, dall'ex Unione Sovietica all'Italia. Opere dal taglio personale che tuttavia si inseriscono in alcuni dei dibattiti pubblici di maggiore rilevanza al giorno d'oggi: la crisi climatica, le questioni legate all'identità di genere, e il complesso rapporto tra arte e politica, in particolar modo nelle società in cui l'ordine politico o militare presenta i tratti più autoritari, e dove la lotta tra libertà e repressione è combattuta ogni giorno.

"Abbiamo voluto organizzare questa rassegna per esplorare quella che potremmo definire "l'altra faccia del cinema", quella che per molte ragioni spesso resta in ombra - afferma Francesco Di Nardo, responsabile della programmazione e membro del Collettivo Cinema Sala 4 -. Il documentario è un genere estremamente vitale (anche in Italia), ma poco conosciuto e frequentato. Il nostro obiettivo è dargli la visibilità che merita, e che raramente la distribuzione regolare riesce ad offrirgli".

Per ribadire l'idea di una continuità tra la dimensione del cinema e quella della realtà quotidiana, ogni appuntamento sarà accompagnato da un'iniziativa volta a far conoscere associazioni o persone che operano nel territorio in ambiti affini alle tematiche affrontate dai film.

Si comincia il 13 maggio con "La canzone della Terra", prodotto da Liv Ullmann e Wim Wenders, selezionato dalla Norvegia come candidato all'Oscar per il miglior film straniero. La regista, Margreth Olin, torna dopo molti anni nel suo paesino natale per rivedere i suoi genitori; il riavvicinamento alla famiglia diventa un'occasione per riscoprire anche i luoghi della sua infanzia, tra i magnifici fiordi della Norvegia, che l'anziano padre le farà esplorare nuovamente, mostrandole la fragilità e la maestosità della Natura, che come ogni essere vivente ha bisogno di essere protetta e accudita, ma ancor prima rispettata. Nell'occasione, il CiakCity sarà felice di ospitare i membri della cooperativa Majella Coop, associazione di Lama dei Peligni che da anni organizza visite ed escursioni sui sentieri della Majella, facendo scoprire le meraviglie delle nostre montagne e al tempo stesso promuovendo una forma di turismo sostenibile e consapevole.

Il 20 maggio è la volta di "Kissing Gorbaciov", di Andrea Paco Mariani e Luigi D'Alife, che racconta come due giovani pugliesi, sul finire degli anni Ottanta, riuscirono a ottenere da Michail Gorbaciov in persona il permesso per portare in Italia alcune band russe, che per la prima volta si esibirono al di là del Muro di Berlino; evento che diede origine a un vero e proprio scambio culturale, portando in Unione Sovietica alcuni dei nostri gruppi rock più famosi, in particolare i CCCP-Fedeli alla linea, per un'indimenticabile tournée di una settimana tra Leningrado e Mosca. Un ponte fra due mondi all'epoca divisi, costruito con il linguaggio universale della musica.

Il 27 maggio è in programma "Orlando, my political biography", esordio alla regia del filosofo e attivista spagnolo Paul B. Preciado, noto in Italia anche per la sua rubrica su Internazionale. A quasi cent'anni di distanza dal romanzo Orlando di Virginia Woolf, l'autore parte dal capolavoro della scrittrice inglese per indagare il concetto di identità di genere attraverso i volti e i corpi di venticinque persone non binarie, tra gli otto e i settant'anni, chiamate a vestire i panni del(la) protagonista, in un'ode ironica e appassionata alla metamorfosi e alla fluidità, premiata come miglior documentario al Festival di Berlino.

La rassegna si chiude il 3 giugno con Fela - Il mio dio vivente di Daniele Vicari, incentrato non solo sulla figura di Fela Kuti, leggendario musicista africano inventore dell'afrobeat, ma soprattutto sulla sua amicizia con Michele Avantario, artista e organizzatore di eventi che lo conobbe negli anni Ottanta, portandolo a esibirsi in concerto a Roma. Affascinato non solo dalla musica di Kuti, ma anche dal suo messaggio di unità e dalla fiera opposizione al regime militare che governava la Nigeria, Avantario decise di trascorrere alcuni mesi nella comune di Lagos in cui viveva il musicista, con l'intenzione di realizzare un documentario su di lui. 9 maggio 2024

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