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Lanciano (Ch) 7 marzo '15 - E' stata un successo la presentazione del film 'Che fine hanno fatto gli angeli?' al teatro 'Fedele Fenaroli' di Lanciano. 
Opera prima del regista Paolo Sideri, 17 anni di Lanciano, il film parla del rapporto tra i giovani ed i miti della società, di rapporti amorosi fasulli e violenti e del difficile rapporto con i genitori. Infatti anche gli adulti vivono problematiche: padri che hanno relazioni extraconiugali, mogli in crisi, insegnanti che hanno vissuto drammi famigliari o che sono insoddisfatti del proprio lavoro, madri sole che non riescono a stabilire un contatto emotivo con i figli o che riversano su di loro i propri sogni mai realizzati e soprattutto preoccupate nel mantenere, di fronte agli altri, una serenità solo di facciata. "E' un film onesto verso gli spettatori - esordisce Sideri - si tratta di situazioni reali, senza filtri perché non voglio illudere il pubblico. Spesso, nei film, situazioni critiche si risolvono con il lieto fine, qui c'è speranza ma il finale rimane aperto, la storia si conclude ma non si sa se ci saranno conseguenze, se qualcosa cambia o se poi tutto torna come prima". 
La sceneggiatura, scritta da Sideri e Roberto Perruccio, è tratta da un progetto scritto da Perruccio nel 1994 ma riadattato ai tempi moderni: "Roberto è il mio mentore oltre che amico. Sia lui che Maurizio Di Marco, produttore del film e direttore della compagnia teatrale 'Il Monello', mi hanno aiutato molto". 


'Che fine hanno fatto gli angeli?' è ambientato nel 2012 a Lanciano e parte dalla morte della cantante Whitney Houston, idolo dei ragazzi protagonisti del film, tra cui lo stesso Sideri che interpreta Luca Ciccocioppo. "In realtà la morte della Houston è solo uno spunto - spiega Sideri - . La pellicola si focalizza sul degrado sociale e su come i giovani vivono questo difficile periodo. Loro sono consapevoli delle difficoltà ma rimangono innocenti che non riescono a trovare il proprio percorso e sono insoddisfatti, praticamente, di tutto: della scuola, dei genitori e della loro stessa vita". Non mancano critiche allo Stato: "La voce narrante del film è l'Italia, rappresentata come una donna bella ma caduta: siamo il Paese più bello del mondo, tutti ci invidiano ma alla fine i ragazzi scelgono di andare altrove perché costretti e questo, assieme alla crisi delle istituzioni, ha fatto crollare questo Paese che adesso è in ginocchio". Il film, girato in digitale, è in bianco e nero ma non mancano momenti a colori: "Si tratta di una precisa scelta tecnica e stilistica: la maggior parte dei momenti sono in bianco e nero in quanto visivamente aiutano a far capire i tempi grigi che viviamo e rappresentano il male, mentre le scene a colori rappresentano la purezza ed il bene. Inoltre ho preso ispirazione dal cinema Neorealista - movimento culturale letterario e cinematografico sviluppatosi in Italia tra l'inizio degli anni Quaranta e la metà degli anni Cinquanta. Tra i film simbolo c'è "Ladri di biciclette" (1948) di Vittorio De Sica - dove il bianco e nero era uno dei tratti identificativi del genere". 


Girato da giugno a settembre 2014 a Lanciano, il film è suddiviso in nove capitoli - ognuno introduce il tema di cui si parlerà - e dura due ore: "Ma soprattuto è un mio sfogo - conclude Sideri - un mio modo di comunicare attraverso le immagini. Infatti nel film non ci sono dialoghi particolarmente lunghi, ma ci sono scene forti ed esplicative, penso che un immagine vale più di mille parole. Inoltre è il mio contributo a Lanciano e l'Italia. Noi italiani dobbiamo lottare in tutte le forme possibili, io ho scelto l'arte cinematografica perché è il mio campo e l'arte, intesa come espressione umana, può essere imperfetta ma l'importante è darsi da fare e non piangersi addosso. Bisogna reagire con forza". 
E il numeroso pubblico del teatro 'Fenaroli', accorso a vedere il film, sembra aver recepito il messaggio: a fine proiezione sono partiti gli applausi con regista, attori e produttori - tutti emozionati e commossi - saliti sul palco per l'inchino di ringraziamento agli spettatori. 


Piergiorgio Di Rocco

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