Di Marco Tabellione



 Che il ritmo sia una condizione basilare di tutte le arti è un fatto che spesso viene trascurato e sottovalutato. Ben venga dunque la raccolta di poesie di Davide Rondoni, uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, intitolata “Ballo lentamente con le tue ombre” (Tracce, 9 euro, 40 pagine) in cui i versi si presentano come un omaggio unico alla danza che forse detiene il primato in quanto a pathos e sensualità: il tango. Ma quella di Rondoni non è una semplice dedica, già dalla primissima poesia si capisce che il ritmo del tango non sta solo nei contenuti delle poesie, ma domina anche la costruzione armonica e musicale dei versi. Una costruzione che non si concentra o si esaurisce all’interno del singolo verso, ma è capace di distribuirsi per l’intero componimento, dando vita ad un andamento sinfonico che ricorda davvero le raffinate evoluzioni di un Astor Piazzolla, tanto per citare il guru del tango argentino. Non a caso il libro nasce come recitativo per pubbliche letture in bar e locali, in accompagnamento alle esibizioni proprio di due ballerini di tango, come ricorda lo stesso Rondoni nella prefazione, dove afferma: “Non credo che tra le arti ne esista una più vicina alla poesia della danza. E il tango, con quella magia dei corpi che si svela come nostalgia, come rapimento e rispetto, ha una speciale amicizia per la poesia”. E’ come se non bastasse al connubio tra poesia e danza, Rondoni ne ha voluto unire un altro, affidando ai disegni di Andrea Giordani il compito di ricreare nel tratto a matite la stessa ritmicità sinuosa e passionale del tango argentino, a conferma di quanto sostenuto prima, e cioè che ogni arte è innanzitutto ritmo. E all’insegna del ritmo questo libro vive una sorta di ménage a tre: la parola riecheggia il movimento della danza, che a sua volta viene ricreato magicamente dal tratto immobile del disegno. E tutto si fa canto, canto di parole, ovviamente, cioè ogni elemento viene immesso in quella musica silenziosa che è la poesia, la quale, per sua vocazione, è in grado di ospitare e custodire le prove creative e spirituali di altre arti. Quello che colpisce in queste liriche è, inoltre, la circolarità del ritmo e dei significati, il tentativo del poeta di esprimere non concettualmente o per via progressiva, ma mimeticamente la sensualità e il fascino enigmatico di questa danza. E da quel grande poeta che è, Rondoni riesce a cogliere anche l’ambiguità del tango, che in fondo è l’ambiguità della vita, con la sua nostalgia sempre pronta a rivelarsi nel suo contrario, in una gioia piena, come in questi versi: “Abbiamo la nostalgia che volta l’angolo e diviene allegria. Abbiamo la luce del sole prodigiosa che in un istante tra gli addii dei tetti scompare, ma torna radiosa negli occhi di donne che scoprono di nubi e di vigneti”.

Condividi l'Articolo

Articoli correlati