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Una terra comprata dopo i sacrifici di una vita e un sogno, quello di uno showroom per i suoi vini: un desiderio espropriato per far largo all'elettrodotto. E' la storia della società Abruzzo Vini s.r.l., nata nel 1999 e che ha sede a Cepagatti (Pe). E' qui che Luigi Giampaolo (nella foto) vive ed è qui che ha sede la sua azienda vitivinicola. Ed è sempre qui che Terna ha deciso di ergere il palo numero 2 del contestatissimo elettrodotto Villanova - Gissi.
Lui si è opposto con tutte le sue forze, ha cercato di rivendicare tutti i suoi diritti, quelli acquisiti dopo aver comprato a caro prezzo un terreno che avrebbe voluto destinare alla realizzazione di locali espositivi per la propria attività. 
Ed oggi, 24 giugno, data fissata da Terna per occupare il campo e fissare i primi piloni, si sono ritrovati su queste terre decine di cittadini per esprimere la propria solidarietà all'imprenditore "sfrattato" e tutta la contrarietà a questo progetto.
Erano in tanti alle 9 in contrada Bucceri, località Piano Marino, a Cepagatti, dove dovrebbe ergersi sovrano il palo numero 2. Hanno sfidato il maltempo, incuranti. E non mancavano rappresentanti di Terna e Roda, società incaricata per fissare i piloni.

"Non li ho fatti entrare, non possono mettere neanche un piede sulla mia terra - spiega Luigi Giampaolo -. Come se non bastasse hanno cercato anche di 'intimorirmi', sostenendo che se continuo ad oppormi dovrò risarcirli per il tempo che ho fatto perdere".
"Lei ferma un'opera pubblica" è stato ricordato da Terna al signor Giampaolo.
"Anche io sono un cittadino, contribuente - la replica dell'imprenditore -. E domani mattina, se tanto mi da tanto, potreste trovarmi a scavare sotto casa vostra... Se la legge è uguale per tutti". Ma per oggi niente da fare per Terna. "Ho chiamato i carabinieri e li ho bloccati - racconta ancora Giampaolo -. Potranno tornare esclusivamente con il permesso di un magistrato".

Novemila metri quadri di terreno, un esproprio effettuato per lasciare il posto ad "un'opera pubblica" che farà scempio in varie zone dell'Abruzzo. Un valore iniziale che si aggirava intorno ai 900 mila euro nel 2003 e che oggi, grazie a questo progetto, ne vale a malapena 85 mila.
"Devo essere risarcito per questa differenza - conclude Giampaolo -. I vostri tentacoli, fino ad allora, non toccheranno terra. Non la mia terra".    24 giugno '15


Azzurra Caldi

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