Pescara 22 mag. '13 - "Segnalo la drammatica situazione ambientale e sanitaria presente nell'area di Bussi sul Tirino in provincia di Pescara, sede storica di uno dei poli chimici più inquinanti d'Italia. Qui, infatti, per molti anni sono stati illegalmente smaltite sostanze tossiche e cancerogene, come cloroformio, tetracloruro di carbonio e triclorobenzeni, provenienti dagli stabilimenti chimici della zona". Enza Blundo, parlamentare abruzzese  del Movimento 5 Stelle, ha denunciato, in un intervento al Senato, la condizione di abbandono e degrado dell'area dove, a Bussi, anni fa, è stata scoperta la megadiscarica di veleni più grande d'Europa.
"L'estrema gravità della situazione - ha rilevato la parlamentare - è stata anche recentemente confermata dal Wwf, che diffondendo i dati dell'attività di monitoraggio del sito, ha senza mezzi termini etichettato il quadro come " sconfortante". Nelle analisi riferite al sito industriale, ai pozzi spia a valle del sito e a quelli situati nella Valle del Pescara, si rilevano infatti notevoli e molteplici superamenti della  concentrazione soglia della contaminazione sia della falda superficiale sia di quella profonda, oltre che nei terreni, con conseguenti gravissimi rischi per la salute dei cittadini. Inoltre nel sito è presente una quantità di diossina, materiale non degradabile, superiore di circa 24 volte rispetto al tasso consentito. Lasciando da parte l'aspetto giudiziario della vicenda che vede il rinvio a giudizio, da parte del Gup  di Pescara, di ben 19 persone - ha proseguito la Blundo -soprattutto dirigenti degli enti regionali di gestione dell'acqua e del gruppo Montedison, per il reato di inquinamento e disastro ambientale e avvelenamento di acque, chiedo un intervento immediato del governo per la bonifica del territorio di Bussi sul Tirino e la tutela della salute dei cittadini abruzzesi, da molti anni messa fortemente a rischio. Attualmente i rifiuti restano depositati nella valle, coperti da un telone, e nonostante la necessità di una immediata bonifica, per la quale non sono sufficienti i 50 milioni stanziati - occorrerebbero almeno 150 milioni -, i lavori non accennano ad iniziare.  Bisogna intervenire subito, senza tentennamenti e accertare le responsabilità dei vecchi e dei nuovi proprietari, anche ai fini dei risarcimenti. In conclusione si deve necessariamente e rapidamente procedere ad una scrupolosa e concreta bonifica dell'area nell'esclusivo interesse della salute dei cittadini".

Condividi l'Articolo

Articoli correlati