Atessa (Ch) 30 apr. '12 -  La Fiom rientra nello stabilimento del Ducato. Il giudice del lavoro del Tribunale di Lanciano, Flavia Grilli, ha, infatti, accolto il ricorso della Fiom Cgil di Chieti contro Sevel Spa, azienda del gruppo Fiat, per condotta antisindacale. La Sevel, joint venture Fiat e Psa (Peugeot-Citroen), è il più grande stabilimento metalmeccanico d'Europa. Produce veicoli commerciali leggeri ed è presente in Val di Sangro dal 1981. Attualmente impiega direttamente circa 6.200 lavoratori, circa 20 mila con l’indotto. Nella galassia italiana della Fiat è lo stabilimento che produce più pezzi al giorno, circa 1.000 furgoni. La Fiom non ha firmato il nuovo contratto Fiat, in vigore dal primo gennaio scorso, e quindi i suoi delegati in Sevel sono stati “esclusi” dalla fabbrica. Ma il giudice ha dichiarato “l’antisindacalità del comportamento della Sevel, consistito nell'aver negato l'efficacia e la legittimità delle nomine dei dirigenti della Rsa Fiom presso l'unità produttiva di Atessa”. Per ciò “ordina alla Sevel Spa di cessare immediatamente dalla sua condotta”  intimandole “di consentire la nomina delle Rsa Fiom e di riconoscere e garantire alla medesima l'esercizio di tutti i diritti…”.  Recita il provvedimento:  “Dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori si può effettuare una interpretazione che, superata quella meramente letterale, consenta alla norma di esplicare la funzione di garantire l’esercizio dei diritti sindacali del Titolo III a tutte quelle associazioni sindacali che meritino tutela sulla base di una loro effettiva rappresentatività che possa essere verificabile... Nel contesto storico attuale  - prosegue la sentenza - la norma dell’art. 19, se letta in modo esasperatamente letterale, mostra l’insufficienza del criterio selettivo dei soggetti ammessi ai diritti del titolo III. Occorre invece operare una lettura… indagando la ratio legis della sua formula legislativa”.  A seguito del referendum “fu scelto di abolire non ogni criterio di selezione per l'accesso alla costituzione delle Rsa, ma di stabilire un criterio minimo di rappresentatività, provvedendo solo ad eliminare la rappresentatività presunta per valorizzare la rappresentatività effettiva, ritenendola desumibile dalla stipulazione di un contratto collettivo di qualsiasi livello”. E quindi “in un momento come quello attuale, con gli inediti scenari che caratterizzano il sistema delle relazioni industriali, sia possibile affermare che - ai fini della legittimazione a costituire Rsa - stipulare un contratto di qualsiasi livello costituisca sicuramente un ragionevole criterio selettivo prestabilito dalla legge, ma non l'unico possibile, come d'altronde affermato dalla stessa Corte Costituzionale”. Le nove pagine del decreto ora dovranno essere affisse “nei locali dell’azienda ed in un luogo accessibile a tutti” per 20 giorni.  “Sei sentenze a favore e sei contro. C’è una sorta di equilibrio nel pronunciamento dei giudici, ma resta  il tema evidente - dice Maurizio Landini, segretario generale Fiom - di difendere la libertà di chi lavora di scegliersi il sindacato che vuole”. “Rientriamo dalla porta principale - afferma Marco Di Rocco, segretario provinciale Fiom Chieti. - Nei prossimi giorni nomineremo di nuovo i nostri 17 rappresentanti, già proposti lo scorso gennaio”. “Un’iniezione di fiducia – dichiara Nicola Di Matteo, segretario Fiom Abruzzo – ma dal punto di vista politico la soluzione appare ancora complessa”. (Serena Giannico) 

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