"La scarsità della domanda di gas è il principale ostacolo alla realizzazione di nuove infrastrutture come gasdotti e stoccaggi". Ad asserirlo, in una nota diffusa ieri, è stata l'associazione che riunisce tutte le Authority per l'Energia del Paesi del Mediterraneo, i cosiddetti regolatori del mercato, nel presentare un documento sullo stato delle reti e sui nuovi progetti di infrastrutture in corso di esame e/o realizzazione nell'area. A renderlo noto è il Forum Acqua Abruzzo. 
"Il comunicato emesso - dice Augusto De Sanctis, del Forum -  è cristallino e, si può leggere: "In terms of barriers affecting the investment plans, MEDREG Members indicated the insufficient market demand as the biggest one (In termini di barriere che riguardano i piani di investimenti, i membri di MEDREG indicano l'insufficiente domanda di mercato come il principale problema)". Inoltre... "Looking at LNG and storage capacities versus demand, Spain, Portugal, Italy and France are the most secure countries to respond to peak demand and crisis,..." ("Guardando alla capacità di stoccaggio e rigassificazione rispetto alla domanda, Spagna, Portogallo, Italia e Francia sono i Paesi più sicuri nel rispondere ai picchi di domanda e alle crisi...)".
"Parole inequivocabili - tuona De Sanctis - che sono una pietra tombale sulle giustificazioni di Snam e Governo rispetto alla necessità per il Paese di realizzare nuovi gasdotti, stoccaggi e rigassificatori. I dati ufficiali - viene ancora evidenziato - ci dicono che i consumi di gas in Italia sono in forte calo rispetto al picco del 2005 (86,3 Miliardi di metri cubi standard nel 2005 contro una stima di 74,7 miliardi del 2017; -13,5%), quando evidentemente la rete esistente ha tranquillamente distribuito il gas trasportato, segno che non servono nuove infrastrutture. Altro dato interessante è il rapporto tra gas trasportato e lunghezza delle condotte. Il rapporto per l'Italia è tra i più bassi, segno che si trasporta poco gas per unità di lunghezza della rete (1,70 milioni di mc/km contro 8,04 del Paese migliore, la Giordania). Per fare un confronto con i grandi Paesi europei, la Francia ha un rapporto di 2,34 e la Germania 2,63. Per dire, nel 2014 la rete italiana di gasdotti, di 33.339 km, ha trasportato 56,8 miliardi di mc di gas; la rete tedesca, complessivamente più corta, con 26.985 km ha trasportato molto più gas, 70,9 miliardi di mc!"

Quindi no ad altri tubi, a metanodotti e centrali di decompressione progettati in lungo e in largo nella penisola: dalla Puglia (la Tap - Trans Adriatic Pipeline) fino alle regioni del nord, passando per l'Appenninco centrale, i crateri sismici e... Sulmona, che solo poche settimane fa ha dato vita ad una imponente manifestazione di protesta. "In realtà - dice De Sanctis - queste opere in Italia si fanno esclusivamente perché vengono caricate sulle bollette degli italiani per cui vi è un interesse da parte dei proponenti anche solo a costruirle e a manutenerle, senza considerare la reale efficienza ed economicità del sistema per i cittadini (a parte i costi ambientali e sanitari). Inoltre l'idea è quella di commerciare gas verso il Nord Europa trasformando l'Italia in un polo logistico degli idrocarburi, il cosiddetto 'Hub del gas'. Insomma a loro i profitti, a noi tutti i rischi (e i costi)".
04 maggio 2018

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