L'aspetto più fondante della raccolta di racconti "Naturalmente… l'aurora" (Tabula Fati) di Flora Amelia Suares Cardenas è la piattaforma morale ed etica sulla quale l'autrice costruisce le sue storie. Ogni racconto, con i suoi protagonisti quasi sempre donne, soprattutto ragazze giovani, tende infatti a presentarsi come una sorta di punto di riferimento morale ed etico, che può essere considerato anche come una specie di vademecum spirituale in questi anni così strazianti dal punto di vista del decadimento umanistico. 


 In effetti nella quasi totalità delle storie, i personaggi vivono una parabola esistenziale segnata dalla rivelazione di una verità, spesso fornita da personaggi più anziani, i quali costituiscono un ricettacolo di saggezza. Siamo di fronte cioè a personaggi che ad un certo punto ricevono un'indicazione di verità, quasi sempre si tratta di un monito morale che la persona si porterà dietro tutta la vita, monito che poi si riverbera naturalmente anche sul lettore. Questa vocazione etica, che attraversa tutta la raccolta, è del resto una caratteristica che nella narrativa contemporanea è sempre meno diffusa, e che nei racconti di Flora Amelia si trova congiunta con una naturale semplicità del dire, una elementare spontaneità che costituisce sicuramente uno dei pregi e uno dei motivi di fascino del libro. Inoltre la tendenza alla morale e all'insegnamento che da ogni evento si può ricavare, nei racconti si sposa con la tradizionale dolcezza di Flora, di cui lei ci ha lasciato una mirabile testimonianza nel suo primo libro di versi. 

 A volte il monito morale emerge da rinunce e rese alla realtà che potrebbero rasentare lo scandalo, con situazioni che sembra difficile poter accettare, come la rinuncia della protagonista di uno dei racconti più toccanti, dove la donna, per ottemperare ai desideri della famiglia, accetta di sposare un uomo che non ama. E' un caso limite, che mostra però tutto lo spessore etico di questi racconti. E mostra soprattutto il collegamento con l'essenza dell'esistenziale che ritroviamo nelle prose di Flora, già a partire dall'organizzazione basilare dell'antologia, i cui brani sono ripartiti nelle tre chiavi essenziali della vita, che per Flora sono il tempo, la vita e l'amore. Una triade fondamentale, in sé esaustiva, perché di queste tre fondamentali dimensioni, tempo, vita e amore, non si può fare a meno, e non li si può trascurare senza lasciare fuori dalla rappresentazione letteraria una parte integrante e necessaria dell'essere umano. 


 Ad esempio è evidente che il primo racconto, "La comunicazione nel tempo", in cui si parla di una ragazza che scopre di essere diventata per la prima volta donna, vi è un chiaro riferimento al tempo ciclico, che non ha solo un riferimento biologico, ma si carica di significati culturali e di valori che la contemporaneità, affogata nel tempo lineare di un progresso tecnologico univoco, sta inevitabilmente perdendo. In un altro racconto "Maratona", invece si assiste alla lotta per la vita condotta da una donna malata di cancro che, con l'aiuto del marito, riuscirà a venirne fuori, in una vicenda che si presenta innanzitutto come una grande esaltazione della vita e della forza della vita. E ciò conferma anche il carattere profondamente educativo di questa raccolta. 


 E' in effetti a partire da libri come questi che si può iniziare a costruire una vera educazione alla civiltà. Perché l'educazione e dunque la didattica scolastica ha come scopo la crescita del discente, la sua formazione non solo intellettuale, ma anche morale ed etica. Ed è, oggi, proprio questo tipo di educazione morale ad essere innanzitutto disattesa. Così nel libro di Flora è possibile ancora riscontrare e rinvenire quel monito all'educazione morale quasi completamente assente o lasciata in balia della religione, che è rimasta, e questo è quanto meno preoccupante, l'unico baluardo in difesa di una visione etica dell'esistenza. 


 Il fatto eccezionale in Flora è che questa necessità morale si sposa con una voglia e semplicità del narrare che davvero ridona all'arte narrativa una nuova purezza e verginità, una nuova spontaneità, una rivitalizzazione che si pone al di là di quello spartiacque della modernità che, ad esempio, faceva predire a Walter Benjamin la fine della narrazione, in un mondo ormai incapace di ricreare fiabe e miti. 


 In un mondo simile, sempre più lontano dalle dimensioni spirituali, una raccolta come questa fa davvero bene, poiché in essa è ancora possibile ricontattare delle verità che sembrano scontate, ma che in realtà vanno ogni tanto ricordate, riattualizzate, come alcune che danno vita a frasi fondamentali dell'antologia, tra le quali vale la pena ricordare questa: "La felicità non dipende da quello che hai intorno ma da quello che hai dentro".



a cura di Marco Tabellione

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