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L'Abruzzo come non era mai stato spiegato prima, in una forma schematizzata sì, ma piena di sorprese, curiosità, notizie colte e piccanti, che danno vita ad un affascinante percorso nella regione adriatica, nel suo carattere selvaggio e arcaico. Accade questo nel volume "101 perché sulla storia dell'Abruzzo che non puoi non sapere", (Newton Compton, 12 euro e 90, 335 pagine) di Luisa Gasbarri, saggista, sceneggiatrice, studiosa del pensiero gender, docente di scrittura creativa nonché autrice del genere noir shocking, che ha realizzato un'affascinante esplorazione nella terra abruzzese, attraverso un centinaio di domande, tutte rigorosamente iniziate dalla congiunzione "perché", domande le quali consentono di fare affiorare il meglio della regione. Ogni paragrafo infatti è caratterizzato da un mistero, che l'articolazione della domanda posta a mo' di titolo contribuisce ad aumentare. Un grande viaggio, dunque, nei misteri d'Abruzzo alla ricerca di un patrimonio artistico, architettonico, popolare e spirituale di rara bellezza, propria di un Abruzzo fra l'altro trattato in tutti i suoi aspetti, non solo folcloristici, ma anche legati all'attualità, all'arte, alla religione. Il pregio di questo libro sta sicuramente nella profondità culturale, nella capacità dell'autrice di individuare attraverso il filtro dei luoghi e della toponomastica, temi fondanti, a volte legati con leggende e mitologie ancestrali. Ma sta anche nel difendere la spontanea propensione dell'Abruzzo allo sfruttamento sostenibile delle sue ricchezze naturalistiche, contro tentativi imprenditoriali che magari vanno in direzione opposta. Come nell'esempio del progetto Ombrina, per lo sfruttamento petrolifero del mare Adriatico da parte in questo caso di una multinazionale inglese, progetto ostacolato da molte categorie legate al turismo e alla protezione ambientale. Un esempio che mostra anche la vocazione inevitabilmente ambientalista dell'intero libro, poiché dedicato ad una regione, l'Abruzzo, che ha fatto della protezione della natura la propria bandiera. 


  A volte Luisa Gasbarri sceglie un tema, un argomento, spesso un mito, e si diverte e a seguirlo in giro per l'Abruzzo, nei luoghi che magari ad esso sono stati consacrati, come nel caso del mito di Ercole, un eroe particolarmente "gettonato" nella regione. Ciò che è più importante, tuttavia, è che la ricerca sui miti del popolo abruzzese porta l'autrice a interrogarsi sul passato intero dell'umanità e di conseguenza sul futuro, trasformando un saggio che ha l'aspetto di un vademecum, in un'opera di grande respiro e fascino. 


  I temi poi a cui la strutturazione schematica del libro per domande permette di ricollegarsi sono davvero tanti, e abbracciano tutta la storia dell'Abruzzo, dalle prime ondate di emigrazione, che cominciarono, agli inizi del Novecento, a spopolare la regione, fino ad avvenimenti più recenti come le lotte per la difesa dell'ambiente. Temi svariati e contenuti diversificati, che derivano anche dalla esplicita volontà dell'autrice di "andare un po' a zonzo" nei secoli passati e nei luoghi presenti della regione, creando così "una passeggiata trasversale e divagante, perché i percorsi che più seducono, sono fatalmente sempre i più imprevedibili". 


 Del resto basterebbe una carrellata sui "perché" utilizzati da Luisa Gasbarri a mo' di titoli dei capitoletti, per stimolare oltremodo la curiosità del lettore: "Perché il processo Matteotti ha chiuso il cerchio? Perché Mazzini si ritrovò ospite in un convento? Perché l'Abruzzo ebbe il suo Garibaldi? Perché a Pescara la velocità è di casa? Perché le triadi aquilane sono agli antipodi? Perché il più leggendario tesoro non è stato ancora scoperto?". E via dicendo, in una sequela di curiosità e dati eruditi che davvero restituiscono al lettore l'immagine di un Abruzzo inedito e sconosciuto. E su alcuni "perché" non si può non offrire delle anticipazioni. Ad esempio su quello che riguarda il leggendario tesoro dei briganti nascosto in qualche grotta sotterranea di Carpineto; i tanti paesi abbandonati, veri ghost town, città fantasmi, ultimamente però ritornate a nuova vita, a cominciare da Roccacalascio, per poi arrivare a Frattura, Gessopalena; oppure città ora passate ad altre regioni, che però facevano parte dell'Abruzzo quando hanno dato il meglio di sé, come nel caso di Amatrice, famosa per il suo tipico piatto di spaghetti. 


  Una guida da consultare ma anche una raccolta di micro-saggi adatti ai palati più diversi. Nell'opera, infatti, è possibile trovare riferimenti a quelli che sono i temi tipici dell'Abruzzo, come i lupi e i lupari, i castelli particolari come il forte cinquecentesco dell'Aquila il cui schema ricreerebbe la visione aristotelica del cosmo, oppure il gustoso riferimento alla calvizie di Gabriele D'Annunzio che la leggenda a torto ritiene sia stata causata da una pallottola ricevuta dal vate durante un duello a mo' di scalpo; il duello ci fu, ma naturalmente non fu la causa della perdita dei capelli da parte del poeta. Altra vicenda leggendaria e mitica è quella che riguarda il piccolo borgo di Musellaro, il cui nome secondo un'etimologia starebbe a significare "casa delle muse" e a questo proposito è interessante tutta la ricostruzione che Luisa Gasbarri fa della storia di questo paese. O si pensi ancora al misterioso cratere del Sirente di cui gli studiosi non riescono ancora a capire le cause; una leggenda del vicino paese di Secinaro fa riferimento alla caduta di una stella, anche se qualcuno pensa ad un ordigno bellico. Non mancano poi i riferimenti alle tragedie che hanno colpito in passato l'Abruzzo, come quella dei minatori di Manoppello e Lettomanoppello morti in Belgio nella miniera di Marcinelle. 


  Insomma un libro che è un vero mondo di scoperte per l'Abruzzo, un libro che supera di gran lunga la dimensione di una guida, per trasformarsi in un vademecum culturale e spirituale su tutte le ricchezze della regione adriatica, ma anche segreti e misteri di un Abruzzo sconosciuto e sorprendente. Un'opera di grande interesse, dunque, capace di appassionare e incuriosire e spingere alla esplorazione di un Abruzzo sorprendente, depositario di tesori nascosti e insospettati. Luglio 2015


 Marco Tabellione

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