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C'è un Inferno che da secoli anima prepotentemente l'immaginazione dei peccatori. E c'è una nuova matita a disegnare il viaggio di Dante che, questa volta, parte dall'Abruzzo con una graphic novel unica nel suo genere.

"L'Inferno di Dante" è un progetto ambizioso che nasce dall'intento di aprire la porta del primo regno della Divina Commedia per consentire al lettore di "sbirciare" cosa accade all'interno. Sceneggiatura e disegni dei fumetti portano la firma di Cristiano Zuccarini, di Chieti, docente di Italiano, Latino e Greco presso il Liceo Spaventa di Città Sant'Angelo, ed Ernesto Carbonetti, disegnatore di Lanciano, già autore di "Punk is undead" - 80144 Edizioni. Terzine in didascalia e dialoghi in un italiano più fruibile, sempre restando fedeli all'opera originale, seguendo passo dopo passo i suggerimenti del testo. Così ha già preso forma il terzo canto dell'Inferno...

"Quest'avventura - racconta Zuccarini - parte a seguito di una rimpatriata quando, fantasticando sull'idea di disegnare un'opera, abbiamo cominciato a parlare dell'Odissea, dell'Eneide e di altro ancora, fino a quando è venuto fuori il nome di Dante. Era lì, come se ci fosse stato da sempre. Non si tratta certamente del primo fumetto sulla Divina Commedia ma il nostro sarà quanto più possibile fedele all'opera originale, privo delle nostre personali interpretazioni o di salti narrativi. L'obiettivo è quello di avvicinare Dante a quei lettori che trovano nel suo linguaggio una barriera, ma anche, anzi soprattutto, agli studenti. 
E' proprio dalle scuole, infatti, che vorremmo partire e contiamo di farlo appena possibile, nell'arco di qualche mese".


"Rispetto: ecco la parola, la direzione - spiega Carbonetti -. Quando parlai con Zuccarini di fare una versione a fumetti della Divina Commedia (l'intenzione era di farla tutta all'inizio), mi ponevo male nei confronti dell'opera del Sommo. In pratica volevo piegarlo al mio disegno, alla mia fantasia, alla mia visione. Ero un illuso! Quando cominciai ad approcciare i personaggi mi resi conto che la soluzione era solo una: la genuflessione. E' come se Dante ti afferrasse a due mani la testa e guardandoti in faccia ti dicesse 'Sveglia! Non è così che funziona!'. E infatti non funzionava. Non puoi ideare una posa, una roccia, un volto, che subito il Maestro ti giudica e ti dà i voti. Quindi non staremo al balcone a vedere che succede, ma ci scontreremo ad armi dispari con una delle opere più importanti della letteratura mondiale".

20 set. '17

Azzurra Caldi

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