L'elettrodotto Villanova - Gissi non poteva in nessun modo essere ultimato, anzi i lavori non avrebbero dovuto essere avviati, perché non c'erano, e non ci sono, le autorizzazioni necessarie. Lo dice il ministero dell'Ambiente, con una nota dello scorso 24 dicembre. Eppure, attualmente, l'impianto è completato e parzialmente in funzione. Secondo il ministero, infatti, e secondo la Commissione tecnica Via/Vas sono state bypassate fondamentali verifiche in sede di Verifica di impatto ambientale: in fase di progettazione esecutiva, prima dell'inizio dei lavori e in fase di cantiere. "Il proponente (Terna spa) - si legge nella determina del ministero dell'Ambiente - ha indicato come data di inizio lavori il 5 maggio 2014", mentre "avrebbe dovuto attendere la conclusione positiva dell'iter di verifica di ottemperanza". Che neppure ad oggi è conclusa e ci vorranno altri due mesi prima che giunga a compimento. Per ciò "la Direzione generale si riserva di valutare, con l'ausilio degli Enti territoriali, la necessità di avviare l'accertamento di eventuali danni ambientali derivanti dalla anticipata esecuzione delle opere". Dopo che l'impianto è stato terminato, dunque, nei palazzi romani ci si accorge che l'iter seguito non è corretto e che ci potrebbero essere stati "danni ambientali". 
   
"La Regione ed il ministero dell'Ambiente - afferma Antonio Di Pasquale, tecnico che sta affiancando i proprietari terrieri nella propria battaglia contro l'elettrodotto -, si sono presi ulteriori 60 giorni di tempo per verificare prescrizioni, non più verificabili su un impianto praticamente ultimato che, così come dichiarato dallo stesso dicastero, non si poteva in nessun modo inizare a costruire. In un Paese civile, a questo punto, si seguirebbe un iter normale, ossia: ordinanza di sospensione dei lavori ed ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi". 


I pasticci dell'impianto sono diversi. "Dall’esame della Relazione tecnica allegata al progetto esecutivo inviata ad aprile 2015 dalla società Terna Rete Italia Spa a tutti gli enti pubblici interessati alla costruzione dell’impianto (Doc. RE11004E-CCSF0401) -  evidenzia Di Pasquale - si evince, da pag. 4 a pag. 6 di 18 nel paragrafo 3 “Descrizione e luoghi di lavoro”, che l’impianto, stravolgendo il progetto approvato in Via che prevedeva sostegni di tipo tradizionale a traliccio, prevedeva, nella sua interezza, sostegni di tipo tubolare monostelo escluso i sostegni numero 5, 6, 7, 8 e 9 che avrebbero dovuto avere la struttura portante in traliccio di nuova ingegnerizzazione (l’ibrido - sostegno che a forma di tubolare monostelo ha le caratteristiche di traliccio). Dunque, ora, esclusi i tralicci 'ibridi', che sono aumentati con il sostegno numero 70 a Filetto ed un altro installato nel Comune di Atessa, ed escluso qualche sostegno tubolare monostelo (installato a dire della società anche su richiesta dei proprietari terrieri così come accaduto sul Comune di Casalincontrada), tutti gli altri, senza rispettare il progetto esecutivo, che non rispetta a sua volta il progetto autorizzato, sono stati realizzati in traliccio tradizionale. 
Così, in questo continuo non rispettare ciò che viene autorizzato e/o ciò che si dice di fare, ci ritroviamo con un impianto, da più parti dichiarato abusivamente realizzato senza rispettare l’atto di autorizzazione, le prescrizioni, le leggi ed i regolamenti urbanistici, che la società pubblicizza a gran voce di aver messo anche in esercizio dal primo febbraio 2016".

Il mistero si infittisce: "Se l'elettrodotto viene pubblicizzato come linea doppia terna,  come previsto ed autorizzato in fase Via, perché in alcuni punti si è passati ad una linea in semplice terna sdoppiata? Se la linea poteva funzionare in semplice terna, così come ad esempio accade fra il sostegno numero 17 e 18, perché sono stati installati sostegni per una doppia terna? L’elettrodotto Villanova - Gissi è una doppia terna o è una semplice terna sdoppiata?". Chissà...


22 febbraio '16

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