Villa Santa Maria. Dal megaviadotto cadono pezzi di cemento e calcinacci sulle case
GUARDA LE FOTO

Cadono giù pezzi di cemento e calcinacci, che finiscono sulle case, dal viadotto di Villa Santa Maria (Ch), tratto della statale 652. “Succede da tempo – spiegano alcuni cittadini – ma la situazione nelle ultime settimane è precipitata”.

L'abitazione di Giuseppe Iannone, in località Madonna in Basilico, è ubicata proprio sotto il cavalcavia. Si tratta di una villetta, "la cui parte più alta – spiega la moglie, Anna Losapio – dista alcune decine di metri dal ponte, contro cui ci siamo battuti, negli anni '80, anche per motivi di sicurezza. Ci siamo battuti, all'epoca della progettazione e della costruzione, ma non ci hanno dato retta. I lavori sono andati avanti. E il “mostro” è sorto”. Distruggendo il paesaggio, ma soprattutto correndo su molte abitazioni. “Dalla sua nascita – dice la signora – non ci siamo mai sentiti al sicuro. Ma adesso abbiamo anche timore di affacciarci”. Nei giorni scorsi dal viadotto, di circa tre chilometri, con trentatré pilastri di altezza variabile dai 20 ai 106 metri e che passa in mezzo ad una contrada e sovrasta edifici, si sono staccati pezzi di calcestruzzo.

“Che – riprende la donna - sono caduti sul tetto, sul balcone e nel giardinetto davanti a casa. Lì ci sono sempre i bimbi che giocano: per fortuna in quel momento erano altrove. Ci siamo allarmati". Dell'accaduto sono stati avvertiti i carabinieri, che hanno effettuato verifiche, e i vigili del fuoco, arrivati per un sopralluogo. "Dopo aver preso atto di quanto sta accadendo, - viene aggiunto - sono state messe le transenne davanti a casa. E ci è stato raccomandato di non sostare all'esterno. I pompieri ci hanno comunicato che avrebbero allertato l'Anas. In pratica - si sfoga Losapio - non potremmo uscire, se non indossando caschi anti infortunio, perché è rischioso". 

E l'Anas? "Da noi ha bussato solo un operaio. Poi non abbiamo visto più nessuno. Qui bisogna capire che sta succedendo e intervenire". Il viadotto, spuntato tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, porta la firma della ditta Grassetto Costruzioni Spa. "Tra quelli presentati - si legge in un'interrogazione del '92 dell'allora senatore del Partito democratico di sinistra, Angelo Staniscia - era il progetto più costoso e il più dannoso per il paesaggio, ma venne ugualmente scelto, col beneplacito, tra il 1981 e l''82, della Regione Abruzzo, dei Comuni di Civitaluparella, Borrello, Villa Santa Maria e del ministero dei Beni culturali e ambientali.

Alla realizzazione si sono opposti alcuni partiti politici, associazioni ambientaliste e culturali, ma soprattutto - ricorda Staniscia - i cittadini di Villa Santa Maria, con una petizione firmata da tutto il paese, 1.000 residenti su 1.500 circa, con richieste alle autorità di intervenire e con numerose manifestazioni (la protesta iniziò nel 1983, ndr)". "Va aggiunto - evidenzia la signora - che il ponte non ha neppure barriere che, d'inverno, impediscano ai cumuli nevosi di precipitare in basso. E così, ogni anno, ci ritroviamo con le tegole sfondate dalla neve".
20 gennaio 2019

Serena Giannico

In alto il tetto rotto; in basso la casa con le transenne davanti
@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 10226

Condividi l'Articolo