Dalla capitale nessuna buona nuova, ma tanta preoccupazione. Dall'incontro tenuto oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico per la vertenza della Honeywell di Atessa, è scaturita ulteriore delusione. "E' una delle battaglie più dure. Speriamo di uscirne solo con ferite...", afferma Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara al termine della riunione. "L'azienda -  dicono Fiom, Fim e Uilm - ha chiesto altro tempo, un mese: entro il 15 novembre farà conoscere chiaramente la propria posizione e pervenire eventuali proposte, con le proprie condizioni, al governo". Al tavolo tecnico erano presenti il ministro Carlo Calenda, i vertici della Regione Abruzzo, con il presidente Luciano D'Alfonso e il vice Giovanni Lolli, e i sindacati confederali. Non c'era la Honeywell. 

Le parti si sono lasciate con l’impegno di Calenda ad organizzare una conference call, prima dei termini previsti, "per informare sullo stato di avanzamento delle trattative". "Il ministro -  fa presente Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm - ci ha detto che proverà a convincere i vertici Honeywell a non delocalizzare la produzione, tuttavia ci ha anche spiegato che purtroppo non ha leve decisive per condizionare la multinazionale. A questo punto attendiamo un segnale da parte di Honeywell, in mancanza del quale però non possiamo intravedere alcuno spiraglio di possibile soluzione a questa drammatica vicenda". 

"Non sono emersi elementi da considerare positivi - affermano Davide Labbrozzi, Fiom Chieti e Michele De Palma, responsabile auto della Fiom -. Nonostante l'impegno delle istituzioni, resta l'inaccettabile immobilismo dell'azienda. Sono state settimane di lotta e secondo noi dobbiamo continuare su questa linea".
"Il ministro - dichiara Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, che era assieme a Primiano Biscotti, Fim Chieti - ci ha riferito di aver chiesto all'azienda una lettera in cui comunica di non aver ancora deciso la delocalizzazione. Non vogliamo dare alcun alibi ad Honeywell, ma è inaccettabile che a fronte delle disponibilità e dei fondi messi in campo dal governo, il management si prenda oltre un mese per aprire un confronto". A rischio ci sono i 420 posti dello stabilimento di contrada Saletti, dove si realizzano turbocompressori, e altri 60 dell'indotto. I dipendenti Honeywell sono in sciopero dal 18 settembre: un mese esatto. Domani mattina in fabbrica ci saranno le assemblee sindacali per informare i lavoratori e stabilire il da farsi.

17 ottobre 2017

@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati