GUARDA LE FOTO
Atessa (Ch) - E' uno dei giorni più difficili per i lavoratori della Honeywell di Atessa. Facce stanche e poche speranze e 47 giorni di sciopero, attuato perché l'azienda vuole chiudere e delocalizzare in Slovacchia, che si fanno sentire. Sugli umori, sui volti, con le speranze che cominciano a traballare. Da Roma, dopo l'ultima call conference tra il ministro Carlo Calenda e i vertici della multinazionale, non arriva nulla di buono. Anzi non arriva nulla, e questo preoccupa. Perché la multinazionale, che pure sta perdendo fior di guadagni dal fermo produttivo, si sta rivelando un muro di gomma. 

“Di sicuro – dice Dorato Di Camillo, Rsu Honeywell – c'è che le operazioni di backup, o di clonazione, delle produzioni della nostra fabbrica, vanno avanti a spron battuto”. “Una vertenza complicatissima e  drammatica – ribadisce Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim, giunto appositamente in Val di Sangro -, soprattutto per l'atteggiamento dell'azienda, che finora non ha neppure avuto il coraggio di dire : 'Sì, chiudiamo'. Si rifiuta di concedere un incontro a valle dello spin off, cioè della scissione societaria che c'è stata, per chiarire quelle che sono le possibili ricadute per quanto riguarda questa fabbrica e l'occupazione. Per noi è un atteggiamento inaccettabile e stiamo facendo pressioni affinché inizi un confronto sindacale".

Una giornata che si complica ancora di più quando il prefetto di Chieti, Antonio Corona, convoca i sindacati. E li incontra, alle 10.30, in Comune ad Atessa. Al tavolo presenti Fiom, Uilm e Fim e il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, che dice solo: “Un momento delicato e difficile”. La riunione dura circa mezz'ora e all'uscita dal municipio, Bentivogli riferisce che “il prefetto ha posto l'invito a sospendere la mobilitazione, in attesa dell'avvio del confronto sindacale con Honeywell, spiegando che da parte del Governo c'è necessità di recuperare spazio di negoziabilità e di confronto per consentire l'apertura della trattativa”. Una richiesta che in molti si aspettavano e che era già da un po' nell'aria. “Decideremo – aggiungono i sindacalisti – dopo aver ascoltato i lavoratori". L'assemblea oggi pomeriggio dalle 17. 
 La discussione è lunga e gli interrogativi sono molteplici. "Se rientriamo, se ricominciamo a produrre, che avremo in cambio? Si aprirà uno spiraglio? E se invece non abbandoniamo la lotta, che succederà?" Nessuno è in grado di dare risposte e allora, per adesso, si continua sulla vecchia via, quella dello sciopero.

03 novembre 2017

Foto di Abruzzolive.tv e di Andrea Franco Colacioppo: in alto la riunione in Comune ad Atessa col prefetto; in basso i lavoratori davanti alla fabbrica

@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati