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Vasto (Chieti) - Il Cotir di Vasto sotto i riflettori della Commissione europea: l’eurodeputata Daniela Aiuto porta la gravissima vicenda del Consorzio per la divulgazione e sperimentazione delle Tecniche Irrigue, a Bruxelles.

La problematica legata al destino del Cotir e dei suoi dipendenti ha origine - secondo l'europarlamentare - dal mancato riconoscimento, da parte di Stato e Regione, dello status di organismo di diritto pubblico, che comporterebbe il riassorbimento di una parte dei dipendenti del Consorzio che sono, tra l’altro, vincitori di concorso. Ciò assolutamente plausibile in quanto il Cotir è una struttura totalmente appartenente alla Regione Abruzzo. Con i suoi 40 ettari di terreno, comprende un’azienda agricola sperimentale, serre e laboratori di ricerca con strumentazioni all'avanguardia, con attività che spaziano dalla sperimentazione agronomica, alle bioenergie, fino ad arrivare alla gestione della matrice ambientale in termini di impatti derivanti dalla non corretta pratica agronomica e da un uso non sostenibile dei prodotti fitosanitari.

“Le loro preziose attività di ricerca - si legge in un comunicato dell'eurodeputata - sono andate avanti nonostante non vedano l'ombra di uno stipendio da ben 27 mesi, con tutto ciò che logicamente ne può conseguire per le loro famiglie. Questi lavoratori sono vittime di una disastrosa gestione di cui sia il centrosinistra che il centrodestra sono responsabili. Ci chiediamo - sottolinea la Aiuto - che fine abbiano fatto i 600.000 euro promessi nell'ultima campagna elettorale da Mauro Febbo. Una cifra poi scesa a 300.000, ovviamente inadeguata a tamponare la situazione drammatica in cui versa la struttura”.

L’obiettivo dell’interrogazione parlamentare è ottenere per l'istituto un sostegno nel riconoscimento dello status di organismo di diritto pubblico attraverso un’analisi dei requisiti, secondo quanto previsto dal Regolamento Ue 2013, relativo al sistema europeo dei conti nazionali e regionali. “Solo l’Unione Europea può riuscire a risollevare le sorti del Cotir - precisa Daniela Aiuto -. Spero che si possa addivenire a una soluzione rapida, e auspico che le pressioni che potranno essere eventualmente esercitate dall’Europa possano spronare Stato e Regione ad agire rapidamente per una soluzione giusta e rispettosa della professionalità di tanti lavoratori. Questa vicenda - continua - mette ulteriormente in risalto l'incapacità gestionale della regione Abruzzo che, a chiacchiere esalta la ricerca, mentre i fatti sono ben altri”.

La Regione, infatti, dopo aver permesso la chiusura del Negri Sud di Santa Maria Imbaro, ha messo in liquidazione il Cotir nel 2014 con l'intento di far nascere il Centro Ricerca Unico d’Abruzzo, unendo il Cotir al ‘Consorzio di ricerche applicate alla biologia’ di Avezzano (L’Aquila) ed al ‘Consorzio per la ricerca Viticola ed Enologica’ con sede a Miglianico (Chieti), senza nulla prevedere per le sorti del personale ancora presente.
I dipendenti del Cotir, in questo modo, sono stati tagliati fuori dalle numerose opportunità di progetti europei cui potrebbero partecipare. In più, i quattro commissari liquidatori, nominati dalla stessa Regione, non hanno fatto altro che contribuire ad incrementare il debito già grave che la struttura aveva.

“Invito il governatore D'Alfonso - conclude la Aiuto - a mettersi nei panni di chi, nonostante lavori, non riceve il giusto compenso da mesi ed a contribuire alla soluzione di questa questione che si trascina ormai da troppo tempo. Sono certa che in tempi brevi la Commissione europea risponderà e vedremo se il diritto potrà essere esercitato anche in Abruzzo e per i lavoratori abruzzesi”.
16 ottobre 2017

Diana Ficco
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