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“UN INTERVENTO da 6 miliardi che, negli anni, pagheranno i cittadini, e che andrà a sfregiare – con trafori, gallerie, viadotti, colate indiscriminate di cemento -  l'Abruzzo intero, dalla provincia di Pescara ai territori confinanti con il Lazio (le varianti ipotizzate, infatti, riguardano il tratto Celano-Bussi-Tocco da Casauria; Magliano dei Marsi-Tagliacozzo e fino al confine con il Lazio; asse di interconnessione della A24 con la A14 a Roseto degli Abruzzi; asse di penetrazione urbana a Pescara)”. Così Italia Unica Abruzzo scende in campo contro il mega progetto della spa Toto, intenzionata a realizzare le varianti autostradali di A24 e A25. “Iniziativa faraonica e devastante per la regione, soprattutto per le aree interne e per diversi centri che già fanno fatica e che, con questa revisione del tracciato autostradale, sarebbero allontanati dalle grandi arterie, definitivamente emarginati. Altri, come Spoltore, sarebbero “spaccati” in due”. 
“Guardando il progetto, che nasce dall'interesse di un privato e non da programmazione pubblica, e scorrendo il parere tecnico, del 6 giugno scorso, del Gruppo interdipartimentale istituito dalla Regione con delibera 325 del 5 maggio 2015  – sottolinea Renato Ranieri, coordinatore Italia Unica Abruzzo – sconvolge il fatto che l'opera, che andrebbe a stravolgere in maniera definitiva e irreparabile zone intere dell'Abruzzo, venga definito “di messa in sicurezza delle autostrade A24/A25”. Andiamo a vedere perché... ”. 

“Finora Toto – dice Italia Unica - ha presentato più versioni del progetto con diverse ipotesi di tracciato (l'ultima il 13 aprile scorso) e sembra che una nuova versione sia in fase di elaborazione: in ogni caso il Gruppo interdipartimentale, senza sapere quali saranno le variazioni, senza interpellare le comunità locali, ha dato un parere favorevole di massima all'opera, insieme alla Regione Lazio. Pur evidenziando, ad esempio, che “si pone il problema dell'impatto idrogeologico delle gallerie autostradali previste, anche il relazione alle problematiche che emersero durante la realizzazione del traforo del Gran Sasso”... Ci si riferisce all'“intercettazione di falde”. Si intaccheranno infatti decine di corpi idrici in maniera irreversibile dato che si andranno a bucare montagne  ricchissime di acqua, danneggiando la risorsa più preziosa”. Le aree interne, inoltre, verrebbero letteralmente massacrate, con tunnel (9 quelli previsti) di decine di chilometri che toccheranno i Simbruini e il Sirente, martoriando gioielli ambientali unici in Europa come le Gole di San Venanzio; il Parco regionale del Sirente-Velino; la Riserva del Monte Genzana e la Riserva delle Gole di San Venanzio, senza considerare gli impatti sulle aree immediatamente limitrofe come la Riserva di San Domenico a Villalago o la Riserva delle Gole del Sagittario. Nonostante ciò esiste un primo parere favorevole...”. 

“Un progetto di messa in sicurezza... si diceva... Il nuovo tracciato, si evidenzia nella relazione del  Gruppo interdipartimentale, quello che ha detto sì, “attraversa due sorgenti sismogenetiche (faglie di Sulmona e della Media Valle Aterno), che hanno prodotto in passato e che potenzialmente possono ancora produrre importanti fenomeni di fagliazione superficiale, con conseguenti numerose e pericolose fratture. Un percorso che interesserà zone “ad alto rischio sismico rispetto all'attuale tracciato”: questo scrive il  Gruppo interdipartimentale. Com'è possibile che un'opera faraonica spacciata come intervento “adeguamento sismico e di messa in sicurezza, anche in relazione al terremoto del 2009”  insista su faglie sismiche pericolosamente attive? -  domanda Italia Unica -. E' un aspetto gravissimo della vicenda”.
 
“Nel concedere parere favorevole il Gruppo interdipartimentale chiede “il contenimento degli aumenti tariffari su una soglia sostenibile” ammettendo che quindi i costi ricadranno sulle tasche degli automobilisti in una delle tratte autostradali già più care d'Italia, e di fare in modo “che i lavori siano eseguiti in condizioni di sicurezza, senza incidenti e senza morti”: quest'ultima frase è davvero ridicola, dato che le “condizioni di sicurezza” sono imposte dalla legge e che non si può prevedere se ci saranno incidenti o morti durante i lavori. Magari si potessero prevedere queste cose...”. 

“Dieci anni di lavori, - riflette Italia Unica -  l'Abruzzo stravolto, irriconoscibile in alcune sue parti, e secondo il gruppo Toto “20mila posti di lavoro” creati con questo progetto. All'inizio erano 10mila. Oggi siamo a 20mila. Magari per Natale si arriverà a 30-40mila... Appare evidente che più passano i mesi più i posti di lavoro aumentano... Chiacchiere, solo chiacchiere e numeri assurdi, buttati lì, tanto per impressionare... E' evidente, sulla spinosissima questione, il silenzio del presidente della Regione D'Alfonso che si para dietro al  Gruppo interdipartimentale... Che qualche recente cena di D'Alfonso con l'amico Toto, sui trabocchi pescaresi, sia stata l'occasione per disquisire anche del contestatissimo progetto?”  04 agosto 2016


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