L'Aquila - Diminuzione delle pendenze nella giustizia civile e in quella penale in un "quadro complessivo confortante", con una "positiva tendenza all'ammodernamento dell'amministrazione", una "maggiore organizzazione ed efficienza" e un controllo di legalità "adeguatamente assicurato, in un contesto di autorganizzazione degli uffici reso necessario dalle gravi carenze di organico". Questa la fotografia della giustizia abruzzese nel 2015 fatta dal presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, Stefano Schirò, nella relazione pronunciata nell'aula magna "Villani" del ricostruito palazzo di Giustizia del capoluogo.
    Nel settore penale le pendenze sono passate da 5.700 a 4.386 (-23%) mentre in quello civile c'è una diminuzione del 3% in Corte d'Appello (8.229 contro 8.464), del 6% nei Tribunali (44.955 contro 47.779) e del 17% negli uffici del Giudice di Pace (8.929 contro 10.786). Minori pendenze anche in materia di lavoro: -15% in Corte d'Appello e -11% nei Tribunali. Dati negativi, invece, per il Tribunale di Sorveglianza, con una pendenza superiore del 17% a quella dell'anno precedente.



"Per quanto si voglia discuterle e commentarle", le sentenze definitive sul processo alla commissione Grandi rischi e sul crollo del Convitto nazionale nel terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 "confermano comunque la correttezza delle iniziative penali e, per la singolarità e novità degli aspetti giuridici trattati, entreranno a far parte della storia del diritto in Italia". Lo ha detto l'avvocato generale della Corte d'Appello dell'Aquila, Romolo Como, facente le funzioni di procuratore generale, nella relazione per la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, parlando dei due processi sul post-sisma del capoluogo conclusi con il terzo grado di giudizio. Sul processo ai componenti (nella composizione del marzo 2009) della commissione Grandi rischi, organo scientifico consultivo della Presidenza del Consiglio, il presidente della Corte d'Appello, Stefano Schirò, ha invece sottolineato che "per numero di imputati e parti civili, l'imponenza del materiale istruttorio, la particolare complessità e novità delle questioni giuridiche, il collegio designato ha dovuto dedicarvi buona parte del secondo semestre 2014, con stravolgimento dell'ordinario calendario dell'udienze". Quanto all'esito del processo, Schirò ha ricordato che, "definito il 10 novembre 2014 con sei assoluzioni e una condanna, è stato integralmente confermato dalla Corte di Cassazione con sentenza del 20 novembre 2015". Nella cerimonia dell'anno scorso, Schirò aveva definito "attacchi riprovevoli e fuori luogo" le proteste in piazza che si erano svolte all'Aquila dopo la sentenza di secondo grado, finendo in polemica con i famigliari delle vittime.   


Aumentano i delitti contro il patrimonio (rapine, estorsioni, riciclaggio e furti in appartamento); elevati anche i dati relativi a stalking e maltrattamenti in famiglia; costanti, invece, rimangono i reati di spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, oltre che quelli di indebita percezione di fondi per la ricostruzione. 
"Nel sottolineare che le caratteristiche tipologiche della giustizia penale non si differenziano sostanzialmente da quelle degli anni precedenti", Schirò ha sottolineato che continua a "destare allarme sociale il numero dei delitti contro il patrimonio, in particolare sui furti in appartamento ma anche rapine, estorsione e riciclaggio, segnalati soprattutto dai tribunali di Pescara, L'Aquila e Vasto". In questo ultimo tribunale si sta celebrando un processo "per un fatto di assoluto livello criminale" legato ad una rapina ai danni di un furgone portavalori con l'imputazione anche di tentato omicidio ai danni delle guardie giurate, "commessa sull'autostrada A14 con le modalità tipiche di un'azione militare". 


"Presso il tribunale dell'Aquila - ha continuato Schirò si registra un costante flusso di procedimenti per indebita percezione di erogazione a danno dello Stato, diretta conseguenza del sisma del 2009, essendo numerosi privati che tentano di ottenere i benefici economici previsti in favore di chi ha subito danni senza averne i requisiti".
    "A sette anni dalla tragedia è ancora vivo il doloroso ricordo per i cittadini aquilani, ma il tempo per cancellare i reati non si ferma". Così l'avvocato generale della Corte d'Appello dell'Aquila, Romolo Como. "Non sono a oggi definitive - ha affermato Como - le sentenze che hanno trattato profili di colpa professionale per la costruzione, manutenzione e controllo degli edifici crollati.
    Spero che non vi siano ritardi perché sarebbe almeno inopportuno pervenire alla prescrizione dei reati fissata alla data del 6 ottobre 2016 dalla Corte di Cassazione". Dopo il sisma la Procura della Repubblica, allora diretta da Alfredo Rossini, ha aperto oltre 200 filoni di indagine sui singoli crolli, 19 dei quali sono arrivati alla fase dibattimentale.
   


 Presidente di Corte d'Appello ha definito "complessivamente elevati" i dati relativi ai delitti di stalking e maltrattamenti in famiglia che confermano da un lato la crescente fiducia delle vittime nell'attività di repressione, con conseguente emersione di vicende che in precedenza non erano denunciate, ma evidenziano anche l'allarmante permanere di condotte violente e possessive contro le donne e i minori, retaggio di culture del passato purtroppo non ancora superate. Schirò ha anche confermato che l'Abruzzo è una regione "colpita dal fenomeno della tratta e dallo sfruttamento della condizione femminile", in quanto ai reati di spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione le zone più a rischio sono nella Marsica e lungo la costa adriatica: in particolare ha evidenziato come al Tribunale di Pescara è presente un numero consistente di procedimenti per "reati associativi comuni", relativi soprattutto a sodalizi criminali che si occupano di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di cittadine straniere.


"Non può tacersi che un forte ostacolo alla più alta efficienza al controllo di legalità, nonché alla riduzione dell'arretrato dei tempi dei processi derivi dalle carenze delle piante organiche degli uffici giudicanti". E' l'allarme, lanciato per l'ennesima volta, dal presidente della Corte d'Appello dell'Aquila. Nella sua relazione Schirò sottolinea che le carenze di personale si inseriscono in un contesto "già di per sè insufficiente nell'attuale composizione e che presenta continue scoperture, dovute a pensionamenti, anche anticipati e imprevisti, e a trasferimenti di magistrati in altri uffici".
    Per quanto riguarda i dati negli uffici giudicanti su un organico complessivo di 142 magistrati si registra una scopertura pari al 6,34% (nove vacanze) diminuita rispetto allo scorso anno quando la percentuale era dell'11,43%.
    Particolarmente grave, segnala Schirò la situazione del tribunale di Sulmona e del tribunale di Avezzano (L'Aquila)".
    Il presidente della Corte d'Appello dice anche che non ha trovato attuazione "nella nostra Corte d'Appello la riforma sull'introduzione della figura del giudice ausiliare". "Solo recentemente - aggiunge - il Csm ha deliberato la nomina di 10 giudici che prenderanno servizio entro 60 giorni". L'indice di scopertura del personale amministrativo della Corte d'Appello è pari al 26,87%, un valore come detto da Schirò superiore al dato nazionale dell'organizzazione giudiziaria (17,94%) e alla scopertura a livello distrettuale (16%), dati che sono in peggioramento rispetto agli anni scorsi. "Nel 2015 in particolare sono stati impegnati nei tirocini formativi per sei mesi 190 lavoratori in mobilità (interamente pagati dalla regione Abruzzo) i quali hanno conciliato la presenza in ufficio - spiega Schirò - con una impegnativa attività di formazione in aula, questi tirocinanti non vedono ora riconosciuta una possibilità di loro utilizzo proporzionata alle effettive esigenze perché nel provvedimento ministeriale del 3 novembre 2015, che indica la procedura di selezione 1502 tirocinanti, i posti riservati agli uffici giudiziari nel distretto abruzzese, limitatamente ai tribunali di Avezzano, L'Aquila e Sulmona, sono soltanto 15 a fronte dei 190 lavoratori in mobilità impiegati negli ultimi mesi".


Nel video la relazione di Schirò. 31 gen. '16

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