Bussi (Pescara) 10 ott. '14 - "L'inquinamento esiste ancora ed è molto grave. Si tratta di un inquinamento che coinvolge le matrici sotterranee, le falde profonde, che però sono le falde che poi alimentano le acque superficiali. Non possiamo assolutamente dire che questo inquinamento non è finito e lo proveremo con dati scientifici". È quanto ha detto l'avvocato Cristina Gerardis, uno dei legali dello Stato, parte civile al processo in atto in Corte d'assise a Chieti per le discariche di Bussi sul Tirino (Pe). Diciannove imputati, fra ex dirigenti e tecnici della Montedison, accusati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque. L'udienza odierna è interamente dedicata alle parti civili, 27 quelle costituite in giudizio. L'Avvocatura dello Stato è presente con gli avvocati Cristiana Gerardis e Giovanni Palatiello. I legali rappresentano il ministero dell'Ambiente, la Regione Abruzzo, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il commissario delegato per il Bacino Aterno Pescara. L'accusa è rappresentata dai pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini. "Esiste un nesso causale diretto tra i fatti di reato che ci ha esposto la Procura nelle scorse udienze e il gravissimo danno che noi lamentiamo all'ambiente - aggiunge Gerardis - senza dimenticare il gravissimo pericolo per la salute dei cittadini che sono stati coinvolti per anni da questo inquinamento". 
"Questo è un caso sicuramente importantissimo nel panorama nazionale di questo tipo di processi ed è ben diverso, e su questo punto ci siano soffermati, da quello di Venezia, dal processo di Porto Marghera. È un processo molto diverso - ha spiegato invece Palatiello - dove le evidenze sono molto più pesanti in termini di presenza di inquinanti e di contaminanti nelle matrici ambientali e quindi di pericolo per la salute umana. Aspettiamo l'esito del processo e faremo una causa civile che servirà ad avere le risorse necessarie per gli interventi di bonifica. Sulla base delle relazioni predisposte dall'Istituto superiore della protezione ambientale, è possibile stimare il danno ambientale arrecato dagli imputati alle varie matrici ambientali compromesse in un cifra che si aggira intorno a un miliardo e 300 milioni di euro. A cui vanno aggiunti i vari danni non patrimoniali e patrimoniali arrecati alle altre autorità che rappresento in questo processo e segnatamente la Regione Abruzzo, che ha riportato anch'essa un gravissimo danno patrimoniale e non patrimoniale che potremo stimare in diverse centina di milioni di euro come poi ci accingeremo a illustrare anche nel corso del processo".
 "E poi ci sono i danni all'immagine arrecati alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al Governo che rappresenta l'intera collettività nazionale, la cui immagine anche internazionale è stata gravemente compromessa dalle condotte illecite degli imputati".
 "Edison - è stato ancora evidenziato - è responsabile civile delle condotte degli imputati, che negli anni hanno sempre osservato in maniera meticolosa le direttive aziendali che imponeva ai suoi uomini di nascondere la grave compromissione ambientale che è stata invece consumata". 

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