Lanciano (Ch) 15 sett. '15 - Sgominata banda di topi d'auto e d'appartamento. Otto persone sono state arrestate (quattro in carcere, quattro ai domiciliari) con le accuse di associazione a delinquere finalizzata ai furti di auto e in abitazione, ricettazione ed estorsione, nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Lanciano. Alcuni degli arrestati sono di nazionalità romena, gli altri italiani. Secondo l'ipotesi accusatoria erano al centro di un vasto giro di furti d'auto commessi in diverse località della provincia di Chieti, a L'Aquila e in Puglia. I particolari sono stat illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la Procura dal procuratore, Francesco Menditto, e dal pm Rosaria Vecchi, titolare dell'inchiesta. "Una banda ben organizzata che per mesi ha messo sottosopra il territorio abruzzese non solo rubando 40 auto, ma anche con furti in abitazioni, attività di ricettazione ed estorsione e una tentata rapina a un tabaccaio lancianese utilizzando una pistola elettrica taser". I provvedimenti cautelari sono stati disposti dal Gip del Tribunale di Lanciano Massimo Canosa su richiesta della Procura. A finire in manette, i foggiani Angelo Antonio Pelullo (63 anni) e il figlio Paolo (36), che commissionavano ad alcuni romeni residenti a Lanciano i furti di auto - i cui motori venivano poi ripunzonati nel loro rimessaggio - e, appunto, due giovanissimi romeni, Vasile Sebastian Grigore, 18 anni, di Lanciano, ritenuto il più pericoloso della gang, e Eduard Grigore, 24enne. Agli arresti domiciliari, invece, si trovano l'imprenditore Fernando Bibbò (51), di Budrio (Bologna), che acquistava e rivendeva nel suo salone le auto e i romeni Marina Grigore (42), con il compito di custodire parte della refurtiva dei furti in casa, e gli altri presunti responsabili, Adrian Marius Martin (31) e Andrei Petru Vitega (22). L'indagine dei carabinieri, diretti dal capitano Massimo Capobianco, è partita lo scorso gennaio, dopo una interminabile serie di furti di auto di ogni tipologia, avvenuti a Lanciano, Chieti, Ortona, Casoli, Foggia e L'Aquila. Molti motori rinumerati venivano poi spediti anche in Grecia. "È stata un'indagine complessa e sofisticata con consistenti elementi probatori - ha detto il procuratore Francesco Menditto -. La Procura continua ad essere molto attenta contro la presenza della criminalità esterna che si infiltra sul territorio e che va contenuta". Interviste a Rosaria Vecchi, sostituto procuratore Tribunale di Lanciano e Francesco Menditto, procuratore della Repubblica. Di Serena Giannico e Piergiorgio Di Rocco

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