"Un ricorso straordinario al capo dello Stato contro il decreto ministeriale in contrasto con la politica di difesa e di tutela della costa abruzzese". L'iniziativa è del sottosegretario con delega all'Ambiente della Regione Abruzzo, Mario Mazzocca, che ha chiesto all'avvocatura regionale di proporre ricorso straordinario al capo dello Stato contro il decreto ministeriale del 7 dicembre 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 aprile scorso. "Già nel gennaio 2016 - dichiara Mazzocca - avevo messo in guardia dai rischi connessi alla soppressione della norma che prevedeva la redazione del 'Piano delle aree', uno strumento utile per la programmazione dello sviluppo del territorio, aprendo così la strada ad interventi non congrui con tali obiettivi".
 
Il decreto ministeriale contestato ripristina sia la possibilità di ricerca ed estrazione di idrocarburi - gas e petrolio - in terraferma e in mare, anche entro le 12 miglia. "E' la smentita definitiva - prosegue Mazzocca - di tutte le parole spese dal governo durante il periodo referendario di aprile scorso per dire che il referendum sollevava questioni di lana caprina, in particolare perché la legge escludeva già nuove trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa. Ci troviamo - evidenzia ancora - di fronte all'ennesimo atto scritto nottetempo in favore delle multinazionali che fa rientrare dalla finestra ciò che si era cacciato dalla porta, causando un grave danno alle nostre comunità, poiché da un lato viene rimessa in forte discussione la strategia di sviluppo sostenibile della nostra Regione (Parco della Costa Teatina e non solo), dall'altro vengono disattesi gli obiettivi concordati e sottoscritti nella conferenza di Onu Parigi su Clima ed Energia. Non abbiamo intenzione di fermarci".

Contro il decreto del Mise, che sblocca le trivelle entro le 12 miglia, hanno presentato ricorso al Tar la Regione Veneto ed il Comune di Vasto (Ch).
Per tutti gli altri, al momento. è percorribile la sola via del ricorso straordinario al Capo dello Stato. 08 giugno 2017
 
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