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La Provincia contro la Prefettura, il Comune contro la Regione che la butta sull'emergenza. Il rimpallo delle responsabilità sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano, dove il 18 gennaio scorso sono morti in 29, seppelliti da una valanga che ha distrutto l'albergo, è iniziato.

In primis c'è il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che si circonda di un pool di esperti per dire che la valanga si poteva prevedere. Prevedibile anche questo. Ma a chi sarebbe spettato prevederla? Alla Regione, secondo la difesa del Comune - ancora una volta, 'preventiva' - del sindaco.

"La valanga era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, la Clpv che era obbligatoria dal 1992". Questa la relazione finale di tecnici e legali incaricati dal Comune per "accertare la verità sulla tragedia di Rigopiano, responsabilità non solo giuridiche, ma anche politiche". Carta delle valanghe, mai redatta ma per cui sono state spese centinaia di migliaia di euro, per la quale la Regione è stata presa di mira anche dagli ambientalisti e in particolare dal Forum Acqua che ha inviato esposti in diverse Procure. 

Insomma, manca la Carta, cara Regione Abruzzo, e poi... "Passiamo al 2017 - sottolinea l'ex responsabile MeteoMont Abruzzo, l'ingegnere Giorgio Morelli, nel pool del Comune -: il sindaco senza avere necessità di riunire la Commissione valanghe diramava a tutte le autorità regionali, provinciali e prefettizie richiesta di aiuto urgente per le condizioni meteo. Il 17 gennaio, giorno prima della valanga, alle 19.29, inviava, come risulta da un estratto del telefono del sindaco, il seguente messaggio al sottosegretario con delega alla protezione civile, Mario Mazzocca: 'presidente ho bisogno di mezzi sgombraneve perché tre su sei in dotazione al Comune non riescono ad operare con questa neve. E' possibile fare qualcosa per domani mattina? Considera che siamo senza elettricità, con quattro contrade isolate. Grazie mille'. Ma non basta - prosegue Morelli -. Il 18 gennaio alle 12.59 invia il seguente messaggio allo stesso Mazzocca, all'ingegnere Paolo D'Incecco, al presidente di Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e al presidente di Regione, Luciano D'Alfonso: 'siamo in difficoltà, abbiamo bisogno di aiuto: tutto il territorio è senza energia elettrica e telefonica, tutte le contrade, che sono cinque, sono isolate, ci sono bambini piccoli e anziani. abbiamo bisogno di mezzi adatti per questa neve e più uomini. per favore fate presto' ". 

Ma quella situazione, di strade bloccate e mancanza di elettricità, riguardava in quel momento ben 19 Comuni del Pescarese. Così replica l'assessore alla Protezione civile, Mario Mazzocca: "In quei giorni erano pervenute centinaia di telefonate, sms che segnalavano situazioni drammatiche. I contenuti di tali messaggi - dice - sono stati tutti doverosamente inoltrati alla sala operativa della Protezione civile regionale che procedeva alla verifica delle relative informazioni e alla consequenziale attivazione degli interventi tramite i centri di coordinamento del soccorso, istituiti ed operanti nelle Prefetture di ciascuna provincia. Sui quei centri di coordinamento incombe il compito di coordinare l'impiego i uomini e mezzi dispiegati dal sistema di protezione civile nei rispettivi territori. Nell'ambito del suddetto sistema, al prefetto competono attivazione e impiego di risorse statali, il presidente della Provincia dispone l'immediata attivazione e impiego delle proprie risorse, mentre la sala operativa di Protezione civile regionale garantisce l'aggiornamento delle informazioni". E qui entra in ballo la Prefettura. Non va dimenticato che il 17 gennaio, alle 13,42 era stato lanciata, dal Meteomont, l'allerta valanga a livello 4 su 5 che il sindaco Lacchetta ha sempre detto di non aver ricevuto per mancanza di corrente. Ma in quei casi, anche attraverso il cellulare, il sistema per visionare il sito della Protezione civile, dove l'allarme era segnalato, si poteva e doveva trovare. E se il sindaco lo avesse visto avrebbe dovuto coordinarsi con il prefetto per decidere il da farsi: compresa l'eventuale evacuazione dell'albergo.  

Il Comune, poco avrebbe potuto fare, si difende preventivamente... E la Provincia? Chissà, ma... "Tutta questa vicenda è la dimostrazione che le Province servono. Sull’operato della Prefettura di Pescara preferirei stendere un velo pietoso". Maurizio Giancola, consigliere provinciale a Pescara, durante la seduta straordinaria di oggi del Consiglio su emergenze sisma e maltempo, offre l'assist al presidente Antonio Di Marco, che tuona:

"C’era una sala operativa che gestiva tutta l’emergenza e che non ha ben capito le nostre richieste – ha detto poco dopo Di Marco –. Capisco bene quanto affermato da Giancola ed è qualcosa di non molto distante dal mio pensiero. La verità è che se non si entra nei territori e se non si conoscono i territori diventa tutto molto più difficile. Alla fine di questa esperienza abbiamo speso 450mila euro, che vanno a debito di bilancio e che la Regione dovrà appianare. Dal 2014 sono stati risparmiati un bel pò di soldi, visto che svolgiamo il nostro in carico in Provincia gratuitamente e dunque intendo chiedere al Governo che quei soldi restino a noi, perchè in questo modo sarebbe possibile acquistare tante nuove turbine". 

In precedenza era intervenuto Lorenzo Silli, consigliere di opposizione. "Faccio un discorso da tecnico, visto che lavoro al 118 e mi occupo di maxi emergenze - ha detto Silli -. Al 118 abbiamo dei target di 7 minuti per arrivare sui luoghi dove servono i soccorsi e se a Rigopiano sono servite 12 ore significa che nulla ha funzionato. Al 118 siamo una squadra e se una squadra non arriva sul campo a causa della neve perde 3-0 a tavolino - ha aggiunto l'esponente di centrodestra -. Noi in quei giorni abbiamo perso 31-0". Il riferimento è proprio alle 29 vittime dell'Hotel Rigopiano e alle due persone morte a Brittoli (Pescara). Maurizio Giancola, altro consigliere di centrodestra, rimarca: "Non ci è piaciuto il piano neve e non ci è piaciuta la comunicazione fatta sul piano neve, che il 6 gennaio è stato spacciato come il non plus ultra, enfatizzando i 90mila euro di finanziamenti arrivati dalla Regione, e che pochi giorni dopo si è rivelato fallimentare". L'esponente della maggioranza Vincenzo Catani ha replicato che "certo, si poteva fare meglio, ma il bollettino del 17 gennaio annunciava una nevicata di 12-13 centimetri l'ora, mentre nella notte tra il 17 e il 18 gennaio si sono verificati accumuli di 2-3 metri di neve in tre ore". Colpa del bollettino meteo, quindi?

E, infine, il Governo che fa?

23 feb.'17

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